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La Fda pronta a bocciare la sigaretta elettronica Juul?

L'indiscrezione è riportata dal Wall Street Journal ma l'agenzia non commenta. Aspre critiche dal mondo del vaping.

La notizia è stata anticipata nel pomeriggio di ieri da un articolo del Wall Street Journal e finora questa indiscrezione giornalistica è l’unico fatto concreto. La Food and drug administration degli Stati Uniti, scrive Jennifer Maloney, sarebbe in procinto di negare l’autorizzazione alla vendita della sigaretta elettronica di Juul Labs a quasi due anni dalla presentazione della richiesta (la Premarket tobacco product application, Pmta) da parte dell’azienda californiana. La giornalista citava fonti “a conoscenza della questione” e prevedeva che l’agenzia avrebbe potuto annunciare la decisione nella stessa giornata di ieri, mercoledì 22. Cosa che non è avvenuta e, anzi, a poco meno di 24 ore dallo scoop del quotidiano, la Fda non solo non ha reso noto il destino di Juul, ma non ha smentito o confermato le anticipazioni del Wall Street Journal.
Nonostante questo, la presunta imminente bocciatura di quella che per anni è stata la pod mod leader del settore è la notizia del giorno negli Usa e nel settore del vaping di tutto il mondo. È già infatti partita la polemica perché, se la notizia dovesse rivelarsi fondata, sarebbe davvero difficile non vedere quella dell’Fda come una decisione che ha molto a che fare con la politica e poco con la salute. Ne dà involontariamente conferma Scott Gottlieb che era a capo dell’agenzia quando si iniziò a parlare di “epidemia del vaping fra i minori”. “Juul è stato il fulcro della crisi del vaping giovanile – ha scritto sul suo profilo Twitter pochi minuti dopo la pubblicazione dell’articolo – che è stata causata dal loro prodotto e dalle loro pratiche di marketing. L’Fda fa bene ad essere sospettosa. I dispositivi elettronici offrono ai fumatori adulti l’opportunità di smettere di fumare, ma devono essere ideati e commercializzati da attori responsabili”.
Insomma, Juul starebbe pagando il fatto di essere diventato per tutto il movimento antivaping americano l’emblema della diffusione della sigaretta elettronica. Un problema, fra l’altro, che se mai è esistito nella misura “epidemica”, è ormai superato, come dimostrato dai più recenti dati dei Cdc. E a niente sembrerebbe essere servito il totale cambio di rotta dell’azienda californiana che, dal 2019 in poi, ha cambiato completamente non solo la governance, ma anche stile imprenditoriale, arrivando a ritirare dal mercato americano le cartucce precaricate aromatizzate ben prima che fosse obbligatorio per legge. E, infatti, Juul ha presentato la sua Pmta solo per liquidi al tabacco e alla menta.
La Fda fa politica con la salute pubblica, cedendo alle richieste non scientifiche dei puritani che vogliono sradicare la nicotina dalla società. E ora fanno trapelare le notizie alla stampa per strombazzare la loro dedizione al proibizionismo. Vergognoso”, è stato il commento a caldo dell’American Vaping Association. Anche Clive Bates, il noto esperto di tabacco britannico, ha parole critiche: “L’Fda permette a 3000 sigarette di rimanere sul mercato senza problemi e poi decide che il prodotto più efficace contro il fumo mai esistito debba essere rimosso. Un dannoso circo dell’assurdo assolutamente idiota”. Parole al vetriolo che rimangono, però, sempre condizionate alla veridicità della notizia che, si spera, oggi l’agenzia confermerà o smentirà. Di certo per ora c’è solo che, dopo la pubblicazione dell’articolo del Wall Street Journal, le azioni di Altria, che detiene una buona fetta di Juul Labs, sono crollate del 9%.

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