Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 5 all’11 giugno

Settimana importante per la prevenzione al fumo. La Gran Bretagna accoglie le raccomandazioni di Javed Khan: la sigaretta elettronica entra a pieno titolo nel piano di politica sanitaria.

Gran BretagnaRevisione Khan, il vaping è uno dei quattro pilastri per sconfiggere il fumo entro il 2030
L’inserimento del vaping tra gli strumenti efficaci contro la lotta al fumo è una delle raccomandazioni chiave contenute nella revisione indipendente che il dottor Javed Khan, Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, ha redatto per il governo di Londra in vista dell’obiettivo di sconfiggere il fumo entro il 2030. “Il governo deve promuovere il vaping come uno strumento efficace per aiutare le persone a smettere di fumare”, è scritto nel rapporto, “sappiamo che le sigarette elettroniche non sono una bacchetta magica né totalmente innocue, ma l’alternativa è molto peggiore”. il documento si intitola “Making smoking obsolete” (rendere il fumo obsoleto) ed è stato presentato insieme al sottosegretario alla salute Maggie Throup. La sfida che Kahn suggerisce al governo si basa su quattro pilastri. Quello che riguarda la sigaretta elettronica è il terzo e su questo punto il documento propone una visione “laica”, lontana da ideologismi: “Non dobbiamo lasciare che la ricerca della perfezione diventi nemica del bene”, sostiene Khan che riserva ampio spazio anche al discorso sulla tutela dei minori, affrontato anche in questo caso senza sensazionalismi ma anche senza sconti. L’importanza del documento meritava il lungo approfondimento che Sigmagazine ha realizzato per chi è interessato a saperne di più.

UK: sigaretta elettronica fondamentale per l’obiettivo Smokefree 2030

 

Gran Bretagna E il governo assicura: prenderemo in considerazione le raccomandazioni della Revisione Kahn
Il governo britannico prenderà in considerazione le raccomandazioni della Revisione Kahn sul fumo e pubblicherà il proprio piano a tempo debito. Lo ha affermato il Segretario per la Salute e l’Assistenza Sociale Sajid Javid attraverso una dichiarazione scritta al Parlamento. “La revisione indipendente contribuirà a informare il nostro prossimo Libro bianco sulle disparità sanitarie, che intendiamo pubblicare quest’estate”, si legge nella dichiarazione di Javid, “a complemento di ciò, il dipartimento pubblicherà a tempo debito un nuovo piano di controllo del tabacco”.

 

AustraliaDue ex direttori dell’Oms invitano l’organizzazione a cambiare rotta nella lotta al tabacco
La condanna delle politiche di controllo del tabacco tanto care all’Organizzazione mondiale della sanità arrivano dall’interno. A esternarle, con una lettera pubblicata sul giornale scientifico The Lancet, due ex direttori dell’Oms: . I due scienziati, che sono docenti emeriti all’Università di Auckland, in Australia, hanno scritto chiaro e tondo che “le politiche di controllo del tabacco non funzionano nella maggior parte del mondo”. Quattro fumatori su cinque vivono in Paesi a basso e medio reddito, dove si contano anche la maggior parte degli otto milioni di decessi causati dal tabacco ogni anno, aggiungono Beaglehole e Bonita, e qui i tassi di consumo del tabacco diminuiscono molto lentamente, mentre il numero globale dei fumatori è sostanzialmente invariato. “È necessario porsi dei traguardi molto più ambiziosi” è l’appello lanciato, come quello di abbracciare politiche per la riduzione del danno. Su Sigmagazine un approfondimento sulla lettera pubblicata sul giornale scientifico.

Due ex direttori contro l’Oms: la politica di tobacco control non funziona

 

UsaLos Angeles ha approvato il divieto di liquidi aromatizzati nelle sigarette elettroniche
Dopo tre anni di dibattito e discussione, il Consiglio comunale della città di Los Angeles, in California, ha approvato la legge che proibisce la vendita di liquidi per sigarette elettroniche con aroma diverso dal tabacco, sigari aromatizzati e sigarette al mentolo. Affinché la nuova normativa entri in vigore è necessaria la firma del sindaco, di fatto una formalità: Los Angeles diventerà ufficialmente la più grande città americana a vietare gli aromi. Come in altri casi di questo genere, la motivazione alla base del divieto è la tutela dei minori, che sarebbero particolarmente esposti alle tentazioni dei liquidi aromatizzati. Il divieto si estende anche ai liquidi per e-cigarette senza nicotina, per evitare che si possa poi miscelare aggiungendo la sostanza. La misura è inevitabilmente destinata a coinvolgere i tanti fumatori che sono riusciti a passare dal fumo al meno dannoso vaping proprio grazie ai liquidi aromatizzati e rischia di trasformarsi in un boomerang anche per quella categoria che si dice di voler tutelare: uno studio condotto appena un anno fa dall’Università di Yale ha dimostrato che nella città di San Francisco vietare gli aromi nelle sigarette elettroniche ha portato a un aumento dei fumatori fra i minori.

Divieti sugli aromi per sigaretta elettronica = più fumatori fra i minori

 

UsaStudio: immagini shock sui pacchetti fanno impressione ma non servono a smettere di fumare
Le immagini shock facevano impressione, ma i fumatori si limitavano a nascondere i pacchetti senza smettere di fumare. È quello che ha scoperto uno studio clinico randomizzato pubblicato su Jama Network, dal titolo “Effect of Graphic Warning Labels on Cigarette Pack–Hiding Behavior Among Smokers”, condotto da dieci ricercatori di diverse facoltà della Univesity of California di San Diego e della California State University di San Marcos. Il lavoro è stato coordinato da David R. Strong. L’esperimento ha coinvolto 357 fumatori fra i 21 e i 65 anni, cui sono stati forniti pacchetti differenti di sigarette. I risultati hanno dimostrato un aumento della tendenza a nascondere il pacchetto nei fumatori che ricevevano quello con le immagini shock più impressionanti (del tipo australiano), ma nessuna incidenza sulle abitudini di fumo. “In questo studio clinico randomizzato – è stata la conclusione dei ricercatori – ricevere sigarette in pacchetti con immagini e avvertenze shock rispetto a pacchetti neutri ha aumentato la tendenza nascondere i pacchetti”. il che significa che per smettere ci vuol ben altro.

Immagini shock su pacchetti di sigarette non spingono a fumare meno

 

UsaScienziati italiani smontano su rivista americana lo studio su e-cig e disfunzione erettile
È stato pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine l’intervento con cui quattro scienziati italiani hanno criticato alla radice uno studio di tre università (New York University, Johns Hopkins University e Mohammed Bin Rashid University of Medicine and Health Sciences di Dubai) che lo scorso dicembre si era guadagnato molti titoli di giornale. Il motivo del successo era abbastanza banale: il lavoro, coordinato da Omar El-Shahawy, evidenziava l’associazione fra l’uso della sigaretta elettronica e la disfunzione erettile. Tema pruriginoso, anche al netto dei limiti dello studio già allora evidenti. Ora arriva la bocciatura italiana, redatta da quattro docenti dell’Università di Catania: Giovanni Capodicasa e Aldo E. Calogero della facoltà di Medicina clinica e sperimentale, Pasquale Caponnetto della facoltà di Scienze dell’Educazione, sezione Psicologia, e Riccardo Polosa, della stessa facoltà dei primi due oltre che fondatore del Centro di eccellenza per l’accelerazione della riduzione del danno (Coehar). Molte le debolezze individuate nello studio che non permettono di trarre conclusioni su un possibile nesso di causalità fra uso di sigarette elettroniche e problemi erettili. L’approfondimento su Sigmagazine.

Sigaretta elettronica e disfunzione erettile, uno studio che distorce la verità

 

UcrainaDalle sigarette elettroniche alle e-bike per sostenere la resistenza dell’esercito
Batterie al litio contenute nelle sigarette elettroniche riciclate per produrre biciclette elettroniche da distribuire all’esercito. È quanto sta realizzando la fabbrica ucraina Eleek, con sede a Ternopil, per fornire alla resistenza ucraina un mezzo ideale per ricognizione, trasporto di medicinali e anche per dare mobilità a soldati armati di fucili da cecchino o di missili anticarro portatili. Così anche la sigaretta elettronica fornisce a suo modo un contributo alla difesa del territorio contro l’aggressione russa. Da quando il Washington Post ha dato la notizia, numerose le aziende, i commercianti e i privati che stanno raccogliendo vecchie sigarette elettroniche per poterle donare alla Eleek. Di più sulle pagine di Sigmagazine.

Dalle sigarette elettroniche le batterie per le bici da guerra dei resistenti ucraini

 

Gran BretagnaE-cig: i dolori (gengivali) del Times, ovvero il tramonto del giornalismo di qualità
Non basta (più) chiamarsi Times per assicurare informazione corretta e obiettiva. Lo dimostra il caso di un articolo in cui (l’ex) prestigioso quotidiano inglese metteva in relazione l’uso della sigaretta elettronica e la parodontite, l’infiammazione cronica gengivale. Un tempo un giornale come il Times non avrebbe mai derogato alla regola aurea del giornalismo: citare e verificare le fonti. Questa volta i cronisti del quotidiano non hanno fatto né l’una né l’altra cosa (fatto ancora più grave trattandosi di un argomenti medico-scientifico: non hanno citato alcuna fonte e di conseguenza non hanno neppure potuto verificarla. Insomma, un articolo in puro stile sensazionalistico, da tabloid popolare, che ha sollevato le critiche della comunità scientifica che ha replicato come sia il fumo e non la nicotina (quest’ultima contenuta anche in molti liquidi per sigaretta elettronica) a essere causa di malattie del cavo orale, compresa la parodontite. Quanto al Times, valga la replica di Linda Bauld, docente di Salute pubblica presso l’Università di Edimburgo (perché oggi sono i professori a dare ai giornalisti lezioni di deontologia professionale): “Un buon esempio di come non scrivere un articolo sulla salute, non consultando nessuno nel Regno Unito che abbia condotto ricerche sull’argomento”. Per un approfondimento su come sono andate le cose c’è l’articolo di Sigmagazine.

La nicotina nelle sigarette elettronica non causa malattie gengivali

Articoli correlati