L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 23 al 29 luglio

Sul fronte commerciale la Cina cambia gli standard di sicurezza dei prodotti destinati all'export. Sul fronte scientifico ancora una ricerca ritirata e sconfessata per errori metodologici.

CinaCosì Pechino (che detiene il 95% della produzione mondiale) cambia gli standard di sicurezza per le sigarette elettroniche
Nuove regole per le aziende del vaping cinesi che realizzano prodotti destinati all’esportazione. Promulgate dall’Amministrazione del monopolio di Stato sul tabacco cinese, si propongono di garantire uniformità e qualità dei prodotti del vaping destinati all’estero. In estrema sintesi, si stabilisce che le imprese produttrici sono le principali responsabili della realizzazione di sistemi per garantire la qualità dei prodotti per l’export. Inoltre specificano in cosa debbano consistere questi sistemi, compresi gli standard di qualità e sicurezza, la razionalizzazione dei processi di produzione, l’allocazione delle risorse di produzione, la standardizzazione dell’imballaggio del prodotto, la tracciabilità della logistica e del trasporto e la dichiarazione di esportazione e i requisiti di registrazione. Secondo gli esperti del settore, con il 95% dei prodotti realizzati da aziende cinesi, le nuove normative avranno un impatto importante sulla qualità e sulla sicurezza delle sigarette elettroniche. L’approfondimento della nuova normativa nell’ampio articolo di Sigmagazine.

Dalla Cina nuovi standard di sicurezza per le sigarette elettroniche

 

Germania Rivista medica critica approccio sanità tedesca nelle politiche anti-fumo e chiede politiche di riduzione del danno
In un articolo pubblicato di recente, la rivista specializzata Ärzte Zeitung ha aspramente criticato l’approccio adottato dai medici tedeschi nelle terapie per smettere di fumare in linea con le posizioni dell’Oms. Le linee guida esistenti per il trattamento per i fumatori spesso non sono adeguatamente osservate e le terapie sostitutive della nicotina non sono sufficientemente raccomandate, denuncia la rivista. Matthias Wallenfels, autore del contributo, lo mette in relazione, tra le altre cose, con un livello di conoscenza piuttosto scarso della materia. “In Germania, il 78% dei medici intervistati concorda almeno in parte con l’affermazione che la nicotina provoca il cancro ai polmoni, alla vescica, alla testa, al collo o allo stomaco“, scrive citando un sondaggio di recente pubblicazione. Ma è risaputo e scientificamente accertato che, sebbene la nicotina sia una sostanza che crea forte dipendenza, non è considerata chiaramente cancerogena, a differenza di numerose sostanze che vengono prodotte quando il tabacco viene bruciato. Wallenfels riprende: “Il problema è che, soprattutto in Germania, la maggior parte delle società medico-scientifiche aderisce ancora al tradizionale approccio dell’Oms smetti o muori. Solo pochi scienziati e medici di cliniche e pratiche hanno avuto il coraggio di raccomandare esplicitamente anche sigarette elettroniche o prodotti a base di tabacco riscaldato contenenti nicotina ai pazienti che sono disposti a smettere di fumare“. Una strategia che corrisponde all’approccio di riduzione del danno.

 

UsaMarcia indietro sullo studio che associava e-cig a malattie epatiche: dubbi metodologici costringono al ritiro
Ennesima marcia indietro per uno studio che denunciava i presunti danni alla salute della sigaretta elettronica. La rivista Gastroenterology Reserch, che pubblica lavori scientifici peer-reviewed, ha dovuto ritirare la ricerca che era stata presentata da ben tredici autori, provenienti da diversi ospedali e atenei americani e uno equadoriano. Si tratta del lavoro “Association of Smoking and E-Cigarette in Chronic Liver Disease: An NHANES Study” che, basandosi sui dati autoriportati dell’indagine National Health and Nutrition Examination Survey dal 2015 al 2018, stabiliva un legame fra la sigaretta elettronica, a prescindere dalla frequenza d’uso, e le malattie epatiche. Critiche avanzate sulla metodologia della ricerca e sull’elaborazione dei dati di origine, inclusa l’analisi statistica, e all’affidabilità delle conclusioni, cui i ricercatori non hanno saputo fornire risposte convincenti, hanno costretto i responsabili della rivista a ritirare lo studio. L’approfondimento di Sigmagazine esamina il dibattito che ne è scaturito tra gli esperti americani legato in particolare alla mancanza di rigore scientifico nei controlli con cui le riviste del settore pubblicano le ricerche.

Ritirato studio che associa sigaretta elettronica e malattie del fegato

 

Arabia SauditaRevisione conferma efficacia dell’e-cig nelle strategie per la cessazione del fumo
La sigaretta elettronica è un metodo efficace per smettere di fumare ed è associato a un minor rischio di eventi avversi rispetto alle sigarette combustibili. È il risultato di una revisione realizzata da un gruppo di ricercatori sauditi coordinati da Ahmed M. Ashour del College of Pharmacy presso la Umm Al-Qura University di Makkah, la famosa città più sacra dell’Islam, centro dei pellegrinaggi di fedeli da tutto il mondo. Anche in Arabia Saudita il vaping è emerso come popolare alternativa alle tradizionali terapie sostitutive a base di nicotina per la cessazione del fumo. Scopo della revisione universitaria era valutarne gli effetti avversi rispetto alle sigarette a tabacco combusto. La ricerca si intitola “Use of Vaping as a Smoking Cessation Aid: A Review of Clinical Trials” e ha incluso sette studi clinici randomizzati e non, che valutavano il vaping come approccio terapeutico alla cessazione del fumo, selezionati dal sito ClinicalTrials.gov. I risultati complessivi, pubblicati su Dove Medical Press, degli studi clinici presi in esame hanno indicato che la sigaretta elettronica è efficace nell’aiutare i fumatori a smettere ed è anche associata a un minor rischio di eventi avversi rispetto alle sigarette combustibili. La speranza è che la pubblicità di tale revisione possa diffondere ancor più tale metodo di riduzione del danno in tutto il Medio Oriente.

Revisione saudita conferma l’efficacia della sigaretta elettronica

 

Unione europea – L’Europarlamento mantiene una porta aperta alla riduzione del danno nel rapporto sulle malattie non trasmissibili
Un bicchiere mezzo pieno. Questa è la definizione più corretta per valutare il contenuto della bozza di rapporto sulle malattie non trasmissibili, le cosiddette Ncd, resa pubblica dalla Sottocommissione sulla Salute pubblica del Parlamento europeo per quel che riguarda la riduzione del danno. Il documento preparatorio per una risoluzione parlamentare in materia contiene anche un passaggio sulle sigarette elettroniche e gli strumenti a rischio ridotto alternativi al fumo. Come scrive Sigmagazine, non si tratta di un accoglimento a braccia aperte della riduzione del danno da fumo e dei suoi strumenti, ma non è nemmeno una bocciatura senza appello. Sembra una più prudente ripresa dell’apertura espressa dalla Commissione speciale contro il cancro (Beca) nel suo rapporto sul Piano europeo approvato il 15 febbraio del 2022. Nel link di seguito l’approfondimento sulla bozza parlamentare.

Ncd, l’Europarlamento non chiude alle sigarette elettroniche

 

UngheriaL’economia danneggiata da contrabbando illegale di sigarette record
Mezzo miliardo di sigarette illegali sono state acquistate in Ungheria nel 2022, impedendo al paese di ricevere 30 miliardi di fiornini (circa 87,9 milioni di dollari) di entrate fiscali. È la stima operata dalla società di revisione dei bilanci Kpmg, secondo quanto riporta Hungary Today. Il contrabbando di sigarette ha registrato lo scorso anno un aumento di tre punti percentuali, raggiungendo il record negativo del 2019, nonostante si sia registrato contemporaneamente un calo dei consumi. La maggior parte dei prodotti illegali proviene dall’Ucraina. Secondo i dati di kpmg, le organizzazioni criminali stanno realizzando profitti crescenti distribuendo prodotti illeciti in Paesi con prezzi e tasse più elevati. E l’Ungheria è un Paese confinante.  Anche la pandemia e la guerra russo-ucraina sono indicate come ragioni per cui il commercio illegale è aumentato.

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