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Malattie non trasmissibili, l’ambivalenza europea sulle sigarette elettroniche

Il nuovo testo Envi del Parlamento europeo afferma che le e-cigarette possono aiutare a smettere di fumare ma chiede comunque maggiori restrizioni.

Dopo la Commissione speciale per la lotta contro il cancro del Parlamento europeo, anche la quella per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare (Envi) apre alla possibilità che la sigaretta elettronica possa aiutare i fumatori a smettere di fumare. Nel febbraio del 2022, dopo mesi di lavori, l’Europarlamento approvò il testo del Rapporto della Commissione, cosiddetta Beca, sul Piano europeo contro il cancro presentato dalla Commissione. Qui si affermava che “le sigarette elettroniche potrebbero consentire ad alcuni fumatori di smettere progressivamente di fumare”, pur ribadendo che esse non dovrebbero essere attraenti per i minori e suggerendo a valutare, nel quadro della Direttiva sui prodotti del tabacco, il ruolo degli aromi in questo.
La Sottocommissione salute pubblica (Sant) di Envi si è occupata, invece, di malattie non trasmissibili, dette Ncd, cioè tutte quelle patologie che non si trasmettono da una persona all’altra. Ne fanno parte le malattie cardiovascolari, il cancro, il diabete e le patologie respiratorie croniche che da sole, spiega la sottocommissione, sono responsabili del 68% di tutte le morti premature in Europa. Il documento preparato dalla sottocommissione, che ha come relatore il liberale danese Erik Poulsen del gruppo Renew Europe, è una mozione per una risoluzione parlamentare.
Grande attenzione nel testo è data alla prevenzione, visto che la maggior parte di queste malattie – si legge – “è influenzata da quattro fattori di rischio prevenibili: consumo di tabacco, alimentazione scorretta, mancanza di attività fisica e consumo dannoso di alcool”. Lo scorso luglio, alla pubblicazione del testo, avevamo rilevato che la sottocommissione aveva aperto uno spiraglio alla riduzione del danno da fumo, chiedendo di attuare misure per aiutare i consumatori di tabacco a smettere e di dare seguito alle valutazioni scientifiche dei rischi per la salute delle sigarette elettroniche anche comparati a quelli degli altri prodotti del tabacco.
L’introduzione degli emendamenti approvati nei giorni scorsi aggiunge nuovi tasselli, che allo stesso tempo inaspriscono il testo e riconoscono le potenzialità del vaping. Da una parte si ribadisce l’appoggio all’incorporazione dei nuovi prodotti “come sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato” nella Raccomandazione del Consiglio del 30 novembre 2009 sugli ambienti senza fumo, estendendola agli spazi all’aperto e chiedendo la piena attuazione della Convenzione quadro sul controllo del tabacco dell’Organizzazione mondiale della sanità. Si esorta, inoltre, a dare particolare considerazione, nella valutazione delle ricerche e delle valutazioni da parte delle autorità sanitarie, anche ai rischi per i non fumatori e i minori. Al punto 5d, però, viene anche introdotta la seguente affermazione: [il Parlamento europeo] “considera che le sigarette elettroniche possono permettere ad alcuni fumatori di smettere progressivamente di fumare; considera allo stesso tempo che le sigarette elettroniche non debbano essere attrattive per i minori e i non fumatori”.

Michael Landl

La rete internazionale di associazioni dei consumatori sottolinea questa ambivalenza. “Il riconoscimento da parte del Parlamento che la sigaretta elettronica può aiutare i fumatori a smettere di fumare è un passo nella giusta direzione – commenta il direttore Michael Landl – Il successo del vaping come aiuto per la cessazione del fumo è ben documentato ed è fondamentale che l’Ue abbracci pienamente questo strumento nell’ambito della sua strategia per ridurre le malattie legate al fumo”. Ma quello dipinto da Sant è, appunto, un quadro a tinte miste. “Trattare il vaping allo stesso modo del fumo negli spazi pubblici – aggiunge Landl – invia il messaggio sbagliato ai fumatori che vogliono smettere. Non ci sono prove di danni derivanti dal vapore passivo. La sottocommissione deve riconsiderare l’impatto più ampio, compreso il rischio di recidiva degli ex fumatori. Un approccio normativo più ponderato è fondamentale per garantire che il vaping rimanga un’opzione praticabile per coloro che si impegnano a smettere di fumare”.
Il documento dovrebbe essere adottato dall’assemblea del Parlamento europeo il prossimo dicembre.

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