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“È importante mantenere le sigarette elettroniche per gli adulti che vogliono smettere di fumare, perché è ovviamente preferibile che queste persone svapino piuttosto che fumino. È per questo che abbiamo fatto da pionieri con la campagna “Swap to stop”, grazie alla quale un milione di persone riceveranno kit per il vaping attraverso il Servizio sanitario nazionale. Siamo il primo paese al mondo a fare un programma come questo”. Così ieri il premier britannico Rishi Sunak ha commentato durante un incontro con studenti insegnanti e genitori della Haugton Academy di Darlington, nella contea di Durham, quella che ormai da molte ore era la notizia del giorno. Cioè la decisione del suo governo non solo di vietare totalmente le sigarette elettroniche monouso, che nel Regno Unito hanno avuto un boom di diffusione negli ultimi due anni, ma anche di porre limitazioni ai gusti negli e-liquid, alle confezioni e al posizionamento dei prodotti del vaping nei negozi.
“Abbiamo controbilanciato queste proposte – ha infatti continuato Sunak – andando a colpire ciò che risulta particolarmente attraente per i minori. È questo che ci interessa: proteggere la salute dei minori. Ed è per questo che ci occupiamo del marketing, gli aromi, l’aspetto di questi prodotti e il modo in cui sono esposti nei negozi. E quello che è chiaro, è che le e-cig monouso sono la causa del preoccupante aumento del vaping fra i minori, che usano per la stragrande maggioranza dispositivi usa e getta. Ritengo che abbiamo raggiunto il giusto equilibrio: sostenere i fumatori adulti a smettere di fumare fornendo loro i nostri kit per il vaping e luoghi a loro dedicati e, allo stesso tempo, perseguendo tutto quello che evita che i minori abbiano accesso al vaping”.
Le proposte di Sunak hanno immediatamente incassato il sostegno del leader del partito laburista, Sir Keir Starmer, che ha anzi rimproverato al governo di non aver preso la decisione di vietare i dispositivi usa e getta due anni fa, come richiesto dal suo partito. Starmer ha assicurato il voto favorevole dei laburisti, esprimendo invece preoccupazione per il fatto che il premier intenderebbe garantire ai parlamentari conservatori libertà di coscienza nel voto, una consuetudine quando ci si occupa di materie legate al fumo.
Un po’ più di resistenza, infatti, Sunak potrebbe trovarla proprio all’interno del suo partito, storicamente allergico a proibizionismi e rispettoso delle libertà dell’individuo. Per ora a farsi sentire sono stati i due predecessori del premier. Con la sua consueta schiettezza, già mesi fa Boris Johnson aveva criticato l’intero piano del governo, definendo il divieto generazionale di fumo “schifoso” e impraticabile e sostenendo che “criminalizzerebbe un comportamento ordinario”. È di ieri, invece, la critica di Liz Truss, che ha etichettato i piani di Sunak come “profondamente anticonservatori”. “Un governo conservatore – ha aggiunto – non dovrebbe cercare di estendere lo Stato etico. Aiuta solo coloro che desiderano limitare la libertà”.
I media britannici riportano voci di altri parlamentari conservatori scontenti, in verità più per il divieto di fumo generazionale che per il divieto sulle usa e getta, ma per il momento nessuno è venuto allo scoperto.
Insomma, grazie anche al deciso sostegno dell’opposizione ma non solo, appare molto probabile che il pacchetto uscirà indenne dal voto parlamentare. Come si riuscirà ad applicarlo, quando sembra non si riesca nemmeno a far rispettare il divieto di vendita ai minori già in vigore, e quali saranno le sue conseguenze sui tassi di fumo e sugli adulti fumatori, resta da vedere. Per il momento, però, si può affermare con certezza che uno dei timori espressi ieri dai critici delle misure si è già concretizzato. I media oggi sono pieni di storie allarmistiche sul vaping e sui presunti danni che esso provocherebbe, spesso senza menzione di quelli estremamente maggiori del fumo. Un bel contributo all’errata percezione della sigaretta elettronica, che difficilmente invoglierà i fumatori a passare a uno strumento che viene descritto in termini così inquietanti.
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