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Parlamento inglese affronta la nuova legge su tabacco e sigarette elettroniche

Il testo presentato lascia intatte tutte le incertezze sul futuro delle sigarette elettroniche e degli aromi.

È stato presentato ieri in prima lettura alla Camera dei comuni il Tobacco and Vapes Bill annunciato dal primo ministro britannico Rishi Sunak e sponsorizzato dal ministro della salute Victoria Atkins. Come largamente pubblicizzato, la proposta di legge vieta la vendita di prodotti del tabacco, prodotti da fumo a base di erbe e di cartine per sigarette a chiunque sia nato dal 1° gennaio 2009 in poi. È vietato anche che un maggiorenne compri o cerchi di comprare questi prodotti per qualcuno nato dal 1° gennaio 2009 in poi. Il Regno Unito potrebbe essere, quindi, il primo paese ad introdurre il divieto di fumo generazionale, dopo la marcia indietro della Nuova Zelanda e della Malesia.
Come noto, la legge introduce anche delle misure sulle sigarette elettroniche, anche se il testo di fatto lascia campo libero al governo e non dà a risposta tutti gli interrogativi sorti dopo gli annunci. Al punto 1 dell’articolo 7, la legge ribadisce che è vietato vendere prodotti del vaping ai minori di 18 anni (lo è dal 2015) e lo è anche acquistarli per loro conto. Allo stesso modo, naturalmente, è vietata la distribuzione gratuita di e-cig e liquidi ai minorenni. Dopo questi punti fermi che, appunto, non costituiscono una novità, tutto rimane nel campo dell’incertezza. L’articolo 11 sancisce che il Ministro può imporre mediante regolamento divieti, requisiti o limitazioni ai rivenditori in relazione a: l’esposizione nei punti vendita di prodotti per il vaping, dei loro prezzi o delle confezioni vuote.
La stessa nebulosità si ritrova all’articolo 61, quando si parla del packaging. “Il ministro – recita la legge – può mediante regolamenti adottare disposizioni relative all’imballaggio per la vendita al dettaglio di prodotti per o prodotti a base di nicotina”. In particolare, si legge ancora, si potranno fare regolamenti su i marchi sulla confezione (compreso l’uso di brand o loghi); le informazioni stampate sulla confezione o altrimenti fornite insieme a un prodotto; l’aspetto, i materiali, la struttura, le dimensioni, la forma e le modalità di apertura della confezione e qualsiasi altra caratteristica che possa servire per distinguere fra marchi diversi; il numero di prodotti contenuti in un singolo pacchetto.
Anche quando si arriva al punto più preoccupante, quello riguardante gli aromi nei liquidi per sigaretta elettronica, il testo del governo Sunak non stabilisce nulla di concreto. L’articolo 62, infatti, ripete la stessa formula utilizzata in precedenza. Il ministro – si legge – può mediante regolamenti adottare disposizioni relative alle sostanze che possono essere contenute nei prodotti del vaping e alla quantità di ognuna di esse e all’aroma dei prodotti del vaping. I regolamenti, continua la legge, possono anche includere disposizioni su come determinare il gusto di un prodotto. Insomma, anche in questo caso il parlamento firmerebbe una delega in bianco al ministro della salute.
Il testo deve sottostare a tre letture alla Camera dei comuni, per poi passare a quella dei Lord. Nonostante il malcontento che serpeggia in parte del partito di governo, quello conservatore, la sua approvazione è assicurata dal sostegno laburista. Eppure si tratta di un testo che, almeno per quanto riguarda la sigaretta elettronica, suscita molte perplessità. La sensazione è che Sunak, in cerca di popolarità alla vigilia delle lezioni, abbia voluto portare in fretta e furia in parlamento una legge con un provvedimento bandiera, il divieto di fumo generazionale. E, allo stesso tempo, abbia voluto dare la sensazione di fare qualcosa per rispondere all’allarme su vaping e minori, senza però sapere bene cosa fare.

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