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Regno Unito, authority pubblicità: l’industria del vaping non adesca i minori

L'Advertising Standards Authority entra nel dibattito sulla sigaretta elettronica e scagiona le pratiche pubblicitarie delle aziende produttrici.

Non vi sono evidenze che l’industria del vaping abbia come obiettivo i minori”. È l’Advertising Standards Authority, l’organizzazione di autoregolamentazione del sistema pubblicitario nel Regno Unito, a intervenire in maniera netta nel dibattito su sigaretta elettronica e uso giovanile che negli ultimi mesi sta interessando anche il paese più vape-friendly del mondo. In seguito a un allarme lanciato la scorsa estate dalla fondazione Ash (Action on smoking and health), il Regno Unito ha iniziato ad interrogarsi su un aumento del vaping fra i giovani, dovuto alla diffusione delle e-cigarette monouso. Intendiamoci, il fenomeno è ancora limitato ma è ovvio che esperti e politici vogliano prendere le giuste misure prima che raggiunga dimensioni preoccupanti.
Anche nel Regno Unito il copione è quello che abbiamo visto utilizzato altrove, con gli oppositori del vaping (che sì, esistono anche qui) e i media scandalistici che si scagliano contro l’industria che mira ad attirare i minori, incolpando i prodotti troppo colorati e i gusti accattivanti. Come se, in altri settori merceologici, i prodotti destinati al pubblico adulto fossero tutti di colore grigio o avessero un solo sapore, preferibilmente cattivo. A rimettere nel giusto contesto la questione, però, è intervenuto il cane da guardia della pubblicità che, in una trasmissione su Sky ha scagionato i produttori, sostenendo che le loro pratiche commerciali non sono mirate ad adescare i più giovani.
Contattata dal MailOnline, la Advertising Standards Authority ha articolato in maniera più completa la sua posizione. “Pur riconoscendo le legittime preoccupazioni sull’adozione del vaping da parte dei giovani – ha dichiarato l’organizzazione – le prove attuali, che teniamo costantemente sotto controllo, non indicano che il marketing sia la causa dell’uso di sigarette elettroniche da parte dei minorenni. Anche se siamo consapevoli del potenziale fascino esercitato dai prodotti da con colori vivaci e varie aromatizzazioni, non abbiamo visto prove che le aziende stiano prendendo di mira i giovani attraverso la pubblicità. Il problema sembra riguardare piuttosto i punti vendita (questi prodotti vengono venduti illegalmente ai minori) e la loro promozione attraverso post non pubblicitari (organici) sui social media”.
Dunque proprio nei primi giorni di Vapril, il mese di sensibilizzazione sulla sigaretta elettronica giunta alla sesta edizione, l’Advertising Standards Authority scagiona l’industria e si allinea all’associazione di settore. La scorsa settimana, infatti, la UK Vaping Industry Association aveva colto l’occasione della presentazione di Vapril, per illustrare in Parlamento il suo piano di proposte “Accelerating the Prevention of Underage and Illicit Sales of Vapes in the UK”. Per affrontare qello che il direttore di UKvia John Dunne aveva definito un fenomeno che “macchia la reputazione duramente guadagnata di un’industria che produce l’alternativa di maggior successo e notevolmente meno dannosa alle sigarette”, l’associazione ha elaborato una serie di proposte di forte impatto, fra cui l’aumento delle multe da 2.500 a 10.000 sterline per chi vende prodotti del vaping ai minori e l l’introduzione di un sistema di registrazione o di un programma di autorizzazione per rivenditori (sia su strada che online), grossisti e distributori e di un sistema di controllo costante.
Insomma, l’industria del vaping del Regno Unito vuole essere parte della soluzione del problema e secondo la Advertising Standards Authority ha le carte in regola per farlo.

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