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Con la sigaretta elettronica il 95% di possibilità in più di smettere di fumare

Lo dice un nuovo studio inglese condotto su un campione di 19 mila fumatori tra il 2006 e il 2018 di diverse età e condizione sociale.

Un nuovo studio inglese conferma che la sigaretta elettronica è lo strumento più efficace per smettere di fumare. Dopo la ricerca da Peter Hajek pubblicata lo scorso gennaio, arriva quella coordinata da Sarah Jackson della University College London e condotta con Daniel Kotz, Robert West e Jamie Brown. Lo studio si intitola “Moderators of real world effectiveness of smoking cessatio aids: a population study” ed è stato pubblicato oggi sulla rivista scientifica Addiction.
Finanziato da Cancer Research Uk, il lavoro si è posto l’obiettivo di verificare il tasso di successo dei diversi strumenti per smettere di fumare, come la sigaretta elettronica, gomme e cerotti alla nicotina e la vareneclina, utilizzando i dati di sondaggi trasversali condotti mensilmente fra il 2006 e il 2018 in Inghilterra. Il campione è molto ampio: quasi 19mila adulti di età superiore ai 16 anni (il 52 per cento erano donne) che avevano fumato nei 12 mesi precedenti la rilevazione e avevano fatto in quel periodo almeno un tentativo di smettere di fumare.  Lo studio ha preso in considerazione anche molti fattori che possono influire sull’esito del tentativo di smettere, come l’età, la condizione sociale, il grado di dipendenza dalle sigarette, i precedenti tentativi e se la cessazione era graduale o improvvisa.
Il nostro studio – commenta Sarah Jackson – fornisce ulteriori evidenze scientifiche che l’uso della sigaretta elettronica aiuta i fumatori a smettere”. L’e-cig infatti, in base ai risultati dello studio, aumenta del 95 per cento la possibilità di riuscire a smettere di fumare. È lo strumento più efficace in assoluto, seguito dalla vareneclina, un farmaco prescrivibile che però non è accettato dai fumatori come la sigaretta elettronica
Questi risultati stanno aprendo un uovo dibattito sulle politiche di controllo del tabacco in Gran Bretagna. Molti esperti iniziano a chiedere che le sigarette elettroniche vengano fornite dal Servizio sanitario nazionale, al posto di altri strumenti che si rivelano meno efficaci. Uno dei vantaggi del vaping, commenta Jamie Brown, coautore dello studio, “è che egualmente efficace per tutti i fumatori, a prescindere dall’età e dalla condizione sociale”. “Il fumo – conclude Brown – è una delle maggiori cause di disuguaglianza sanitaria fra i ricchi e i poveri e la diffusione della sigaretta elettronica può iniziare a ridurre questo divario”.
Ma perché il Servizio sanitario nazionale possa fornire l’e-cig è necessario che almeno un modello faccia richiesta di essere registrato come dispositivo medico, cosa che finora nessun produttore ha fatto. Lo sottolinea Martin Dockrell, a capo del dipartimento per il controllo del tabacco di Public Health England. “È una nuova evidenza scientifica – commenta alla Reuters riferendosi allo studio di Jackson – che si aggiunge a un recente importante lavoro britannico (quello di Peter Hjek, ndr) a dimostrazione che il vaping offre ai fumatori il più efficace aiuto per smettere di fumare, specialmente quando è associato al sostegno degli esperti. Ora, affinché la sigaretta elettronica possa essere prescrivibile – ha concluso – bisogna solo aspettare che ve ne sia una registrata come medicinale”.

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