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Lo pneumologo Lowenstein: “Nella sigaretta elettronica nessuna tossicità potenziale”

Lo pneumologo francese, presidente di Sos Addiction, rassicura i consumatori sulla crisi Usa: non potrebbe mai accadere in Europa.

Bisogna assolutamente rassicurare gli utilizzatori di sigaretta elettronica”. È questa la premura espressa dal dottore francese William Lowenstein che, reduce da una tavola rotonda al Sommet de la vape, ha rilasciato una importante intervista al quotidiano bretone Le Télégramme. Pneumologo, specialista di medicina interna e presidente di Sos Addiction (associazione medica che si occupa di lotta alle dipendenze, Lowenstein ha premura di fare chiarezza sulla crisi di malattie polomari, la cosiddetta Evoli, negli Stati Uniti. “Non è lo strumento che causa i decessi – spiega – è il liquido, un olio alla cannabis. Alcuni Stati degli Usa, che non hanno applicato alcuna regolamentazione sul tema, si sono rifugiati d’un tratto nel regime proibizionista”. E poi aggiunge: “Ma è una cosa che non potrebbe mai accadere in Francia o in Europa”.
Perché, spiega il medico, fin da subito la Francia ha severamente normato il settore del vaping e non è possibile commercializzare liquidi, senza che siano prima stati depositati, valutati e verificati dall’agenzia regolatrice del farmaco e dei prodotti alimentari (l’Anses). Così come avviene in tutta l’Europa. Lowenstein respinge anche la tesi che non vi siano sufficienti studi scientifici sulla sigaretta elettronica. “È falso – afferma – sono dieci anni che viene studiata. Esistono ricerche completamente affidabili condotte negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Francia e altrove”. E aggiunge che si sa da molto tempo che ad uccidere nel fumo tradizionale non sono né la nicotina, né il tabacco di per sé. “È la combustione del tabacco – spiega – che emette monossido di carbonio (che causa problemi vascolari) e quella della carta che genera catrame e benzopirene”. “Nello svapo – sottolinea – non c’è alcuna tossicità potenziale”.
Lowenstein insiste anche sul fatto che, dopo dieci anni di utilizzo, si sarebbe saputo se la sigaretta elettronica fosse responsabile di danni cardiovascolari e crede che al più tardi fra cinque anni si avrà una completa rassicurazione dal punto di vista epidemiologico. “Ma – aggiunge – non possiamo aspettare cinquant’anni, con 73 mila morti all’anno causati dal tabacco, privandoci di questo strumento di disassuefazione”. Ricorda come il Francia 700 mila persone hanno smesso di fumare grazie alla sigaretta elettronica ed elogia i vicini inglesi “che la incoraggiano ufficialmente e hanno ottimi risultati sull’abbandono del tabagismo”.
Le ultime parole critiche di Lowenstein sono per l’Organizzazione mondiale di sanità, che lo scorso luglio ha pubblicato un rapporto sul tabacco in cui si definiva la sigaretta elettronica “incontestabilmente nociva”. Intanto, puntualizza il medico francese, il rapporto non è stato redatto dall’Oms, ma da Bloomberg Philantrhopies, cioè da una fondazione privata. Come evidenziato anche su queste colonne, lo studio constava di 200 pagine, quattro delle quali erano dedicate alla sigaretta elettronica, “e non ne parlavano veramente male”, aggiunge Lowenstein. “Poi – commenta – in una frase conclusiva, viene classificata come nociva. In Francia le accademie di medicina, di farmacia e numerosi specialisti si sono indignati per questa posizione incomprensibile!”.

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