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Sigaretta elettronica, Commissione Europea contro petizione Vaping is not tobacco

In un incontro con esperti nazionali, la DG Salute discute anche il problema dei liquidi al Cbd non normati dalla Direttiva sui prodotti del tabacco.

Focus su salute, normativa e sicurezza nel meeting fra la Direzione Generale per la salute della Commissione Europea e il sottogruppo sulla sigaretta elettronica, istituito dagli esperti nazionali della politica sul tabacco. L’incontro si è svolto alla fine dello scorso novembre, ma il resoconto è stato pubblicato solo alla fine della settimana scorsa. La discussione sul vaping riprende quella dell’incontro fra la Dg Salute e gli esperti nazionali sulla politica del tabacco dello scorso 15 ottobre, con un focus sulla crisi di malattie polmonari negli Usa. Con la differenza, però, che nel frattempo in uno Stato membro si era verificato “un decesso possibilmente legato – si legge nel documento – all’uso di una sigaretta elettronica (con liquido senza nicotina contenente Cbd)”.
Anche se il resoconto non lo dice, il riferimento è ovviamente al caso avvenuto in Belgio, sul quale le autorità locali stanno ancora indagando. La discussione si è quindi incentrata sull’uso del Cbd che, come è stato rilevato, non è consentito nei liquidi contenenti nicotina. Alcuni partecipanti hanno rilevato l’esistenza di un vuoto normativo per questi prodotti, visto che non sono coperti dalla Direttiva europea sui prodotti del tabacco (Tpd), oltre alla preoccupazione che la presenza del Cbd possa “creare l’impressione che il prodotto abbia dei vantaggi per la salute”.
Altro tema all’ordine del giorno, già toccato nell’incontro del gruppo degli esperti nazionali, riguarda l’iniziativa dei cittadini europei “Vaping is not tobacco”, la raccolta firme per chiedere una normativa per i prodotti da svapo indipendente da quella del tabacco. La Commissione nei mesi scorsi ha inviato una comunicazione ai promotori dell’iniziativa, perché “alcuni aspetti infrangerebbero le regole della Tpd sulla pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione delle sigarette elettroniche”. Fa un po’ specie che il problema venga sollevato a quasi un anno dall’inizio della raccolta firme, che si concluderà il prossimo 20 febbraio. I promotori, in ogni caso, hanno già preso le misure richieste.
La Commissione – commenta a Sigmagazine il vicepresidente del comitato promotore, l’italiano Mosè Giacomello – ci ha chiesto di rimuovere i link che rimandavano ai sostenitori dell’iniziativa, perché la Dg Salute temeva che potessero essere visti come promozione del tabacco, nonostante l’intera campagna sia incentrata sul fatto che il vaping non è tabacco. Abbiamo prontamente rimosso i link, anche se erano stati presenti per nove mesi, senza che nessuno se ne fosse mai lamentato”. Ma Giacomello non risparmia una stoccata all’istituzione: “Ci rammarichiamo del fatto – continua infatti – che, al contrario delle sue controparti statunitensi e britanniche, la Commissione non abbia ancora dichiarato che i normali prodotti per la vaporizzazione non destino preoccupazione e rimangano una alternativa meno dannosa per i milioni di fumatori europei”.

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