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Australia, sigarette elettroniche: vittoria dei vaper, il Ministro proroga il divieto d’importazione

L'entrata in vigore del divieto di importazione dei liquidi con nicotina rimandata di sei mesi. Un tempo prezioso per gli oppositori.

I consumatori australiani hanno vinto la prima battaglia. La grande sollevazione che ha coinvolto non solo i vaper e i sostenitori della riduzione del danno da tabacco, ma anche una parte dei politici della stessa coalizione di governo, ha convinto il Ministro della salute Greg Hunt a fare un passo indietro. Almeno per ora. La scorsa settimana il governo dell’Australia aveva reso nota l’intenzione di introdurre il divieto di importazione dei liquidi e delle cartucce con nicotina per sigarette elettroniche anche per uso personale. Nel Paese, infatti, la vendita di e-cig con nicotina è illegale, ma i consumatori potevano ordinarle dall’estero, soprattutto dalla vicina Nuova Zelanda. Con la misura prevista dal governo, l’importazione sarebbe stata punita con una sanzione fino a 222 mila dollari australiani per pezzo. Per continuare a utilizzare lo strumento e non correre il rischio di tornare a fumare, gli svapatori avrebbero dovuto ottenere una prescrizione dal medico che, a sua volta, si sarebbe dovuto fare carico di una complicata e scoraggiante procedura per importare i liquidi con nicotina.
Tutto questo sarebbe dovuto entrare in vigore il primo luglio prossimo. Tempi strettissimi che, francamente, non trovano giustificazione in nessuna necessità emergenziale. La reazione è stata immediata e forte e, come scritto, è andata ben oltre la comunità dei vaper e i confini australiani. Nel giro di poco tempo sono partite due petizioni contro la misura, una delle quali promossa da due parlamentari di maggioranza, una raccolta fondi per intentare una causa legale contro il governo, compagne social e opere di sensibilizzazione verso i rappresentanti delle istituzioni e verso lo stesso Ministro della salute. Il pericolo paventato da più parti era che un divieto de facto sulla possibilità di acquistare liquidi con nicotina, avrebbe potuto spingere molti consumatori a tornare alle sigarette tradizionali (che restano disponibili senza bisogno di prescrizione medica) o a rifornirsi attraverso canali illegali e non regolamentati. E dunque pericolosi.
Travolto da queste proteste, Greg Hunt – da sempre strenuo oppositore del vaping – ha dovuto fare marcia indietro, almeno in parte. In un comunicato stampa appena reso pubblico, l’onorevole Ministro della salute ribadisce la sua incrollabile convinzione che il vaping faccia iniziare a fumare i non fumatori. Ma riconosce anche – bontà sua – che “esiste un secondo gruppo di persone che usa la sigaretta elettronica con nicotina per smettere di fumare”. “Per aiutare questo gruppo – continua il Ministro – a continuare a porre fine a questa dipendenza, forniremo ulteriore tempo per l’attuazione del cambiamento, stabilendo un processo semplificato per i pazienti che devono avere la prescrizione dal loro medico di base”.
Insomma, il colpo di mano non è riuscito. Il governo si è probabilmente reso conto che rischiava di fare un clamoroso autogol in termini di salute pubblica e ha deciso di darsi sei mesi di tempo per studiare meglio la questione e rendere meno complicata la procedura di importazione tramite il medico. Il divieto è dunque destinato ad entrare in vigore il primo gennaio del 2021. Una grande vittoria per i sostenitori della riduzione del danno e per i consumatori australiani, che ora hanno sei mesi di tempo per organizzarsi e intensificare gli sforzi, con l’obiettivo di far cambiare idea al governo.

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