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Sigarette elettroniche, il Regno Unito si prepara alla battaglia nella Cop9

In un incontro organizzato da Ukvia e dall'Intergruppo parlamentare sul vaping strategie e incertezze sull'evento imminente.

È estremamente preoccupante sentire questa retorica proveniente dall’Organizzazione mondiale di sanità sulle alternative di riduzione del danno alle sigarette. Sappiamo che il fumo di sigaretta contiene molti costituenti tossici o cancerogeni. Sono questi sottoprodotti tossici della combustione i responsabili della morte e delle malattie legate al fumo, che non sono presenti nei vari prodotti alternativi”. Così si è espresso Mark Pawsey, il presidente dell’Intergruppo sul vaping del Parlamento britannico (Appg) in un incontro organizzato ieri insieme all’associazione UK Vaping Industry Association (Ukvia) a cui hanno partecipato i rappresentanti di gruppi di produttori e di consumatori di tutto il mondo e anche noi di Sigmagazine in qualità di opinion maker. Tema centrale dell’incontro è stata l’imminente nona Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc), che si terrà in modalità virtuale dall’8 al 13 novembre prossimi.
Più e più volte l’Oms ha ignorato le prove scientifiche, contribuendo ad aumentare i livelli di disinformazione e impedendo a milioni di fumatori di fare una scelta informata sulla propria salute”, ha dichiarato in apertura John Dunne, direttore di Ukvia, spiegando perché l’appuntamento è così importante. “La Cop9 – ha aggiunto – potrebbe essere un punto di svolta cruciale per la comunità internazionale della sigaretta elettronica”. Gli occhi e le speranze di tutto il mondo di tutto il mondo del vaping sono rivolte al Regno Unito e non solo perché le sue istituzioni sanitarie riconoscono i vantaggi della salute del vaping e promuovono il passaggio all’e-cigarette fra i fumatori. Ma anche perché per la prima volta il Paese parlerà autonomamente, senza essere vincolato dall’appartenenza all’Unione europea, forte di essere fra i principali finanziatori dell’Fctc.
L’Intergruppo presieduto da Pawsey, infatti, lo scorso aprile ha pubblicato un coraggioso rapporto a conclusione di un’indagine, in cui si spronava il governo britannico di farsi promotore della riduzione del danno nell’Fctc, esigendo la creazione di un gruppo di lavoro ad hoc e minacciando addirittura di tagliare i finanziamenti. Non è ancora chiaro se la delegazione britannica inviata alla Cop9 farà proprie queste raccomandazioni, ha spiegato Pawsey, dichiarando di essere in attesa di un incontro con il viceministro Maggie Throup. “Le sigarette elettroniche riducono i danni e aiutano a salvare molte vite – ha aggiunto – È tempo che diamo loro inequivocabilmente il nostro sostegno e non intorbidiamo le acque con falsità. Spero che la delegazione del governo del Regno Unito appoggi il nostro documento e tenga conto delle raccomandazioni avanzate dall’Appg”.
Né, alla luce dei documenti diffusi dal Segretariato dell’Fctc, deve far dormire sonni troppo tranquilli il fatto che nell’ordine del giorno provvisorio della Cop9 diffuso lo scorso agosto, la discussione nel merito sui prodotti a rischio ridotto sia rimandata alla Cop10 del 2023. Perché basterebbe che un singolo Paese chiedesse un cambiamento dell’ordine del giorno per anticipare le decisioni, in assenza di opposizione. È dunque fondamentale, si è convenuto nell’incontro, che la delegazione britannica e speriamo altre siano pronte a respingere questa eventualità. La cosa migliore che ci si può augurare ora, si è convenuto, è che rimangano attuali le conclusioni della Cop7 di Nuova Delhi, che sostanzialmente lasciavano i Paesi liberi di comportarsi come meglio credevano sulle sigarette elettroniche.
Nella speranza di poter istituire un gruppo di lavoro sulla riduzione del danno, che porti punti di vista diversi ed evidenzi le prove scientifiche favorevoli al vaping, con l’obiettivo finale di mettere in dubbio l’autorità stessa dell’Fctc sulle sigarette elettroniche. I rappresentanti dei governi nazionali che parteciperanno alla Cop9 saranno determinanti nel plasmare la politica globale nei prossimi anni verso le sigarette elettroniche e altri prodotti alternativi alla nicotina meno dannosi. Per questo i partecipanti all’incontro ritengono importante contattare i rispettivi Ministri della salute, incoraggiandoli a sostenere prodotti per la riduzione del danno e a seguire l’esempio del governo del Regno Unito. Sperando di trovare ascolto.

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