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Canada – Studio: vietare gli aromi farà tornare al tabacco molti ex fumatori
Dalla ricerca scientifica giunge un nuovo monito a quei governi che propongono di vietare gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche. I risultati sarebbero molto negativi per la salute pubblica: una larga parte degli svapatori tornerebbe a utilizzare prodotti del tabacco, un’altra parte si rifugerebbe nei canali del contrabbando, alimentando inevitabilmente la criminalità organizzata e utilizzando prodotti di qualità dubbia. L’ennesimo allarme giunge da un pool di ricercatori canadesi, americani e britannici che hanno elaborato uno studio intitolato “Responses to potential nicotine vaping product flavor restrictions among regular vapers using non-tobacco flavors: Findings from the 2020 ITC Smoking and Vaping Survey in Canada, England and the United States”. Il coordinamento è stato affidato a Shannon Gravely dell’Università di Waterloo in Canada, mentre gli altri studiosi provengono da altri dieci fra atenei e istituti di ricerca in Canada, Usa e Inghilterra. La ricerca sarà pubblicata sul numero di febbraio 2022 della rivista Addictive Behaviors. Modalità e ulteriori risultati dello studio nell’approfondimento di Sigmagazine.
Studio: senza aromi per sigarette elettroniche molti tornerebbero a fumare
Regno Unito – Taglio dei finanziamenti, nel 2023 chiuderà il Cochrane Tobacco Addiction Group
Il taglio dei fondi del National Institute for Health Research, principale finanziatore, porterà allo smantellamento del Cochrane Tobacco Addiction Group nel marzo del 2023. Per il mondo del vaping è una brutta notizia, giacché si tratta dell’organismo che dal 2012 conduce, fra le altre cose, la revisione sistematica continua degli studi scientifici sulla sigaretta elettronica. Il lavoro di revisione non cesserà, si sta pensando a un nuovo modello per la loro produzione, ma al momento resta tanta incertezza e non è ancora chiaro a quale tipo di organizzazione ci si stia orientando. “In risposta a questa situazione (il taglio dei finanziamenti di Nihr, ndr) abbiamo deciso di sciogliere tutti i gruppi di revisione e passare a un nuovo modello di produzione delle stesse”, riporta in maniera succinta il comunicato ufficiale di Cochrane. Al Cochrane Tobacco Addiction Group va il merito della “living review” che ha incluso 61 ricerche, affermando con un grado di sicurezza sempre crescente non solo che l’e-cigarette è uno strumento efficace per smettere di fumare, ma anche che lo è più delle terapie sostitutive a base di nicotina (come cerotti e gomme) e che non causa nessun effetto collaterale grave.
Chiude il Tobacco Group di Cochrane, baluardo contro la disinformazione
Israele – Il triste record della tassa sull’e-cig più alta del mondo
Israele ha il poco invidiabile record della tassa sulla sigaretta elettronica più alta del mondo. Sorprende un po’, ma la misura elaborata congiuntamente dal Ministero della salute e dall’Amministrazione fiscale, che equipara i prodotti del vaping a quelli a tabacco combusto, applica ai liquidi di ricarica delle e-cig una tassa del 270% del prezzo all’ingrosso. Il risultato è che il costo per il consumatore non potrà essere inferiore ai 21,81 shekel al millilitro, vale a dire circa 6,30 euro. Cifre ancora più alte per le sigarette elettroniche usa e getta, per le quali il prelievo fiscale sarà del 360% del prezzo all’ingrosso e il costo al consumatore non sarà inferiore a 32,72 shekel per millilitro (circa 9,35 euro). Ulteriori dettagli sulle misure fiscali varate dal governo israeliano, che non tengono conto della diversa dannosità dei prodotti, né delle potenzialità dei prodotti del vaping per la disassuefazione dal fumo, nell’articolo di Sigmagazine.
Israele, tassa killer sulle sigarette elettroniche: è la più alta del mondo
Usa – Reason Foundation: nuove tasse sull’e-cig influiranno negativamente sulla salute pubblica
La tassa sulla nicotina nel disegno di legge del piano Build Back Better degli Stati Uniti influirà negativamente sulla salute pubblica e danneggerà gli americani della classe medio-bassa. Lo ha sostenuto Guy Bentley, direttore della ricerca sulla libertà dei consumatori presso la Reason Foundation, think tank statunitense di area liberista. L’attuale versione della proposta, che pure è in continua evoluzione, introdurrebbe una nuova tassa sulle sigarette elettroniche e su altri prodotti alternativi al fumo, che secondo gli studi scientifici rappresentano opzioni notevolmente più sicure per i fumatori. In un contributo apparso sul sito web della Reason Foundation, Bentley ha citato Michael Pesko della Georgia State University, il quale stima che la nuova tassa sui prodotti alternativi alla nicotina produrrebbe 2,7 milioni di fumatori adulti in più, 530.000 fumatori adolescenti in più e 29.000 fumatori prenatali in più (Pesko ha recentemente condiviso alcune delle sue preoccupazioni in una lettera al Congresso). Questo perché le sigarette elettroniche sono sostituti, non complementi delle sigarette combustibili, ha concluso Bentley, e milioni di ex fumatori americani hanno utilizzato questi prodotti per smettere di fumare sigarette tradizionali.
Germania – I chirurghi vascolari tornano a chiedere una svolta nelle politiche antifumo
Tornano a farsi sentire i chirurghi e i medici vascolari della Deutsche Gesellschaft für Gefäßchirurgie und Gefäßmedizin a sostegno di un cambio di passo sulla politica sanitaria riguardo al fumo. A tre anni dalla prima presa di posizione in tal senso, i medici hanno rinnovato il loro appello al mondo politico e sanitario tedesco dal palco del 37esimo congresso annuale, svoltosi a Mannheim. Il fallimento dei tentativi di cessazione senza aiuti deve spingere tutti gli operatori a valutare nuove opportunità di azione, partendo da un’informazione obiettiva sulle possibilità di smettere di fumare, quando non si riesce altrimenti, con l’aiuto di strumenti consolidati come le sigarette elettroniche, i riscaldatori di tabacco o le terapie sostitutive a base di farmaci. Un richiamo forte, che il mondo politico tedesco fatica però a recepire, come dimostra anche la recente introduzione di una tassa sui liquidi delle sigarette elettroniche.
Germania, medici e chirurghi vascolari favorevoli alla sigaretta elettronica
Ue – Il più grande partito europeo si schiera a favore della riduzione del danno
Nel dibattito politico attorno al Piano europeo contro il cancro della Commissione europea spunta una chiara presa di posizione a favore delle politiche di riduzione del danno del più numeroso partito continentale, il centrista Partito popolare europeo. In un documento pubblicato sul proprio sito, si sostiene che “la Commissione non dovrebbe introdurre ulteriori restrizioni per i prodotti per la riduzione del danno, ma continuare a valutare i progressi scientifici al riguardo”. Il riferimento alle sigarette elettroniche è esplicito ed equilibrato, fra la necessità di utilizzarle nelle terapie antifumo e l’esigenza di salvaguardare la fascia giovanile della popolazione: “Sosteniamo idee per ridurre ancora di più il consumo di tabacco in Europa”, si legge ancora nel documento, “come parte di una strategia globale, la riduzione del danno dovrebbe svolgere un ruolo senza compromettere l’obiettivo di impedire ai minori di iniziare a utilizzare prodotti alternativi come le sigarette elettroniche e i prodotti del tabacco riscaldato – e ovviamente il tabacco”. Una posizione che può ancora rimescolare le carte all’interno della commissione Beca del Parlamento europeo, evitando un compromesso al ribasso che penalizzi, ad esempio, gli aromi nei liquidi per e-cig.
Sigarette elettroniche, scende in campo il PPE: “Evitare ulteriori restrizioni”
Ue – Ecco la road map per la riforma della sigaretta elettronica
È stata resa nota da parte della Commissione europea la road map per l’attuazione del Piano europeo contro il cancro. Occhi puntati sul documento più importante per il settore del vaping, la Direttiva europea sui tabacchi (Tpd), per cui si prevede la valutazione dei documenti nel 2022, la valutazione dell’impatto nel 2023 e la proposta della Commissione (che a livello europeo ha il monopolio dell’iniziativa normativa) con relativa adozione entro il 2024. Nel suo Piano contro il cancro la Commissione prevedeva anche di aggiornare la Raccomandazione del Consiglio relativa agli ambienti senza fumo, estendendo la sua portata agli spazi all’aperto e includendo prodotti emergenti come sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato. Pare dunque confermato che la nuova versione della Tpd non arriverà prima del 2025. Tempo sufficiente per approfondire il confronto e sperare in un approccio più aperto verso le politiche di riduzione del danno.
L’Unione europea traccia la strada di riforma della sigaretta elettronica
Svizzera – Ecco un semplice test per capire quanta nicotina serve per smettere di fumare
Jean-François Etter, tra i pionieri della ricerca scientifica applicata al vaping e docente di Salute pubblica nella facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra, ha ideato un rapido test per mettere in parallelo la quantità di sigarette fumate con l’equivalente dosaggio di nicotina liquida. Lo scopo è determinare l’effettivo contenuto di nicotina di cui ha bisogno un vaper alle prime armi che ha intenzione di smettere di fumare. L’articolo di Sigmagazine illustra in cosa consiste questo test e quali sono le domande a cui si deve rispondere per trovare la risposta individuale alla domanda.
Quanta nicotina serve per smettere di fumare con la sigaretta elettronica?