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Fondazione Ash: il fumo si combatte anche con la sigaretta elettronica

Con approccio pragmatico e scevro da moralismo, i britannici spiegano che “al contrario del fumo, la dipendenza da nicotina non uccide. Passare dalle sigarette ai prodotti con nicotina è un modo incredibilmente semplice per migliorare le aspettative di vita”.

Se si vuole ridurre la prevalenza del fumo fra coloro che sono altamente dipendenti dalla nicotina e che difficilmente si rivolgono ai centri antifumo, le sigarette elettroniche sono parte della risposta. Questo è un principio che le autorità sanitarie locali hanno accettato, ma ancora non pienamente sfruttato”. Il consiglio proviene dalla fondazione antifumo Action on smoking and health (Ash), attiva dal 1971 nel mondo anglosassone e fondata dal Royal college of physicians britannico. Ash ha appena pubblicato una guida per gli eletti, i funzionari e i capi delle autorità locali del Regno Unito in vista dell’obiettivo di sconfiggere il fumo entro il 2030, espresso nel Libro verde del Ministero della salute nel 2019. Il documento si intitola “Smokefree by 2030?” e suggerisce dieci azioni ad alto impatto che le autorità e i loro partner possono mettere in atto.
La quinta delle azioni suggerite dalla fondazione è promuovere la riduzione del danno e si concentra sulle sigarette elettroniche. Con approccio pragmatico e scevro da moralismo, Ash afferma: “al contrario del fumo, la dipendenza da nicotina non uccide. Di conseguenza passare dalle sigarette ai prodotti con nicotina è un modo incredibilmente semplice per migliorare le aspettative di vita”. La fondazione ricorda poi che i fumatori che cercano di smettere da soli hanno maggiori probabilità di riuscirci usando un’e-cigarette rispetto ad altre terapie a base di nicotina (gomme, cerotti, spray, ecc.) e che le evidenze scientifiche confermano che il vaping è molto meno dannoso del fumo. È per questo che recentemente il National institute for health and care excellence (Nice), l’organismo non dipartimentale che fa capo al Ministero della salute e ha il compito di fornire raccomandazioni di tipo sanitario basate sulle evidenze scientifiche, ha introdotto la sigaretta elettronica nelle sue linee guida per la lotta al fumo.
Una strategia che però deve essere applicata a tutti i livelli della catena sanitaria, fino ad arrivare appunto alle autorità locali. Il documento di Ash fornisce una serie di statistiche e di punti chiave sull’efficacia del vaping per i fumatori, concludendo con dei suggerimenti per inserirle nei Tobacco control plan locali. Come al solito la prima emergenza è quella di contrastare la disinformazione e dunque si consiglia di fare una corretta informazione su sicurezza ed efficacia delle e-cigarette, assicurandosi la collaborazione dei centri antifumo. Poi si suggerisce di offrire ai fumatori sigarette elettroniche e liquidi e di collaborare con i rivenditori specializzati indipendenti che non hanno legami con l’industria del tabacco.
Questo darà anche modo di assicurarsi che i negozi vendano prodotti a norma di legge e che osservino il divieto di vendita ai minori di 18 anni. Il documento evidenzia anche l’importanza di “elaborare prese di posizione e politiche locali sulle sigarette elettroniche, dando spazio alle evidenze sulle sigarette elettroniche e alla loro efficacia come aiuto per smettere di fumare”. Infine le autorità locali devono “cercare di rimuovere gli ostacoli che impediscono ai fumatori di passare al vaping, soprattutto quelli appartenenti ai gruppi sociali con tassi di fumo più alti”. Insomma, la guidadi Ash vuole dare alle autorità sanitarie locali gli strumenti per sfruttare appieno il potenziale delle sigarette elettroniche e per far sì che il fumo si combatta davvero a tutti i livelli.

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