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Arriva da uno studio neozelandese una nuova conferma di come la sigaretta elettronica sia uno strumento prezioso per aiutare i fumatori a liberarsi della dipendenza dal tabacco. Il lavoro, pubblicato sul New Zealand Medical Journal e intitolato “An evaluation of a New Zealand ‘vape to quit smoking’ programme”, ha un taglio molto empirico. Si tratta infatti di una valutazione dei risultati del programma “Vape to quit smoking” (svapa per smettere di fumare) condotto dal servizio di assistenza per la cessazione Te-Hā-Waitaha, centro che si occupa soprattutto dei cittadini maori, delle isole del Pacifico e delle zone rurali nell’area di Canterbury. È una delle tante iniziative prese dalla Nuova Zelanda per incoraggiare i fumatori, che fra i maori e le altre minoranze raggiungono tassi molto alti, a ridurre i danni del tabacco passando all’e-cigarette e sconfiggere il fumo.
A realizzare lo studio è stato un gruppo di ricercatori della University of Otago e del Consiglio sanitario del distretto di Canterbury, coordinato da Kelly Burrowes della University of Auckland. Lo scopo, scrivono gli autori, era “confrontare l’uso di ausili per smettere di fumare tra diversi gruppi etnici e fasce di età all’interno di un’ampia coorte neozelandese e valutare l’adozione e l’efficacia delle sigarette elettroniche per smettere di fumare nell’ambito dell’iniziativa vape to quit”.
Veniamo ai risultati. I dati analizzati riguardavano 1.118 partecipanti così suddivisi: il 66,6% erano neozelandesi di discendenza europea, il 28,1% maori, il 3,1% delle isole del Pacifico e il 2,2% di origine asiatica. I maori erano in media più giovani e usavano in maniera crescente la sigaretta elettronica. Ma non solo loro. L’uso dell’e-cigarette con nicotina, riferiscono infatti gli autori, nel corso del tempo è aumentato in tutti i gruppi, fino ad essere lo strumento per smettere di fumare più comunemente utilizzato, con oltre il 65% di ciascuno dei gruppi che utilizzava questo prodotto. E con buon esito. Fra i partecipanti al programma “Vape to quit”, infatti il 16% aveva smesso sia di fumare che di svapare, mentre il 31% non fumava più e usava la sigaretta elettronica. In totale, quindi, il 47% aveva abbandonato completamente il fumo. Vi era poi un 22% che faceva un uso duale dei due strumenti (che però è spesso una fase transitoria prima del passaggio completo al vaping) e un 31% che aveva continuato a fumare senza svapare.
La valutazione dell’iniziativa è dunque molto positiva secondo questo studio. “Il servizio Te Hā-Waitaha – scrivono infatti gli autori nelle conclusioni – è riuscito a coinvolgere i Maori nel suo programma per smettere di fumare. Le sigarette elettroniche contenenti nicotina erano popolari in tutti i gruppi di partecipanti le stanno dimostrando il loro potenziale nell’ambito dei programmi per smettere di fumare in vista dell’obiettivo di una Nuova Zelanda senza fumo entro il 2025”.
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