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La sigaretta elettronica allontana dal fumo anche i più giovani

Un nuovo rapporto Aci contesta, dati alla mano, il gateway effect e ammonisce: i divieti sul vaping incoraggiano il fumo.

Regolatori e legislatori devono riconoscere il diverso rischio fra sigarette a tabacco combusto e prodotti del vaping, altrimenti finiranno per incoraggiare scelte pericolose tanto fra i consumatori adulti che fra i giovani, spingendoli verso il fumo e aumentando i rischi per la salute. È questa, in estrema sintesi, la conclusione di un rapporto pubblicato dal think tank americano The American Consumer Institute (Aci), non nuovo al tema, intitolato “Tobacco Harm Reduction and the Teen Epidemic: Health Impacts from Vaping”.
I focus dei due autori, Steve Pociask e Justin Leventhal, sono appunto le potenzialità per la salute pubblica della riduzione del danno e la diffusione della sigaretta elettronica fra i minori, tema molto caldo ormai ben oltre i confini degli Stati Uniti. La preoccupazione dell’uso giovanile, spiega il rapporto, nasce principalmente dalla teoria che il vaping sia una porta d’ingresso per il consumo di tabacco combusto, cioè, per dirla in maniera brutale, che i giovani inizino con la sigaretta elettronica e passino poi a quella tradizionale. Ed è stato proprio questa teoria, il cosiddetto gateway effect, che ha fornito la base per restrizioni sempre più draconiane sui prodotti del vaping: divieto sugli aromi, tassazioni punitive e limitazioni alla concentrazione di nicotina.
Ma è proprio questo assunto, la correlazione fra vaping e fumo, che il rapporto respinge e lo fa in base a numeri concreti. Se la teoria del gateway effect fosse fondata, dovremmo assistere a un aumento dei tassi du fumo fra i giovani. Ma i dati del recente National Youth Survey condotto dai Centers for Disease Control mostrano una realtà molto diversa. Fra il 2011 e il 2022 la percentuale degli studenti di scuola superiore che aveva fumato nei 30 giorni precedenti era diminuita di oltre il 16%. Contemporaneamente l’uso della sigaretta elettronica nella stessa fascia di età è aumentato di una percentuale analoga, mentre è diminuito anche l’uso duale. Insomma, spiegano gli autori, gli studenti che svapano non stanno passando al fumo. Sta, anzi, accadendo l’opposto: i giovani americani stanno passando dal fumo al vaping.
Naturalmente, puntualizza lo studio, i minori non dovrebbero fumare né svapare e bisogna adoperarsi per impedirlo. Ma la sostituzione del tabacco combusto con la sigaretta elettronica è comunque una notizia positiva, perché i rischi posti dal vaping sono del 95% minori a quelli del fumo. “Combinando i dati su fumo e uso della sigaretta elettronica – si legge nel rapporto – con il fatto che lo svapo comporta solo il 5% dei rischi del fumo e che l’aspettativa di vita media di un fumatore è inferiore di 10 anni rispetto a quella di un non fumatore, si può determinare che il passaggio dal fumo allo svapo salva la vita. Solo tra gli studenti delle scuole superiori, questo passaggio ha salvato circa 153 anni di vita ogni 100 studenti, assumendo che i modelli di utilizzo e non utilizzo rimangano costanti”.
Ma questo ha anche delle implicazioni politiche. Tutte le limitazioni imposte al vaping, secondo gli autori, non fanno altro che rendere difficoltoso l’accesso ai prodotti meno dannosi e probabilmente spingono i consumatori a tornare alle sigarette tradizionali. Questo perché gli studi suggeriscono che sigaretta tradizionale ed elettronica sono prodotti alternativi e alla diminuzione di una corrisponde un aumento dell’altra e viceversa. Non solo. Una ricerca del 2020 del National Bureau of Economic Research ha rilevato come anche un piccolo aumento di prezzo dei prodotti del vaping si traduce in un aumento delle vendite di sigarette di tabacco.
Cosa dovrebbe fare quindi il legislatore americano (e non solo)? Secondo Pociask e Leventhal bisognerebbe adottare un approccio globale alla politica del tabacco che comprenda la riduzione del danno da fumo e valuti prodotti singolarmente in base ai loro benefici e rischi. Insomma, è fondamentale distinguere il fumo dal vaping nella normativa e nella comunicazione sanitaria. Altrimenti il pericolo è quello, paradossale, di incoraggiare il fumo a discapito delle alternative meno dannose.

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