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Fagerström: “Nicotina stesso impatto sulla salute della caffeina”

Intervistato da El País, l'autorevole scienziato svedese parla delle potenzialità della riduzione del danno e della sigaretta elettronica.

Ritengo che una società senza tabacco sia un obiettivo realistico, ma difficilmente arriveremo a una società senza nicotina”. A pronunciare queste parole, dalle colonne del quotidiano spagnolo El País, è uno dei più grandi esperti in materia, lo psicologo clinico svedese Karl Olov Fagerström. Il suo nome è noto a chiunque si occupi di dipendenza dal tabacco, perché quarantacinque anni fa ideò un test per misurare la dipendenza dalla nicotina dei fumatori – chiamato appunto il test Fagerström – che viene ancora usato a quattro decenni di distanza. Fra i fondatori della Society for Research on Nicotine & Tobacco, a 76 anni lo scienziato svedese è una delle voci più autorevoli sul fumo e ultimamente si sta molto spendendo per la riduzione del danno. Adriàn Cordellat lo ha incontrato a Siviglia durante un congresso e ha parlato con lui di molte cose interessanti, compresa la sigaretta elettronica.
Prima di tutto, Fagerström chiarisce gli effetti della nicotina, sostanza spesso demonizzata. “La nicotina pura – afferma – ha un impatto sulla salute simile a quello della caffeina ed è meno dannosa dell’alcool”. Dunque separandola dalla combustione del tabacco, si riducono notevolmente i danni del fumo. “Poiché la nicotina pura è significativamente meno dannosa che dare fuoco al tabacco e inalare tutti i prodotti della combustione, ci sono validi motivi per allontanarsi dalla combustione – spiega – anche il caffè sarebbe molto dannoso se subisse un processo di combustione. Il rischio per la salute del tabacco deriva principalmente dalle circa 70 sostanze cancerogene non nicotiniche e dalle sostanze come il monossido di carbonio, che causano malattie cardiovascolari. Anche gli effetti respiratori del tabacco, come la Bpco, sarebbero in gran parte evitati se si potesse evitare il processo di combustione”.
Un semplice modo per ridurre i danni causati dal fumo. “In medicina – argomenta Fagerstrõm – esiste anche il principio in base al quale, quando non si può curare, il danno dovrebbe essere ridotto. Laddove le persone che vogliono smettere non riescono a farlo, bisognerebbe offrire loro alternative meno dannose. Coloro che non vogliono smettere di fumare dovrebbero essere aiutati a passare ad alternative meno dannose. Si tratta di prodotti che somministrano nicotina, con o senza tabacco, ma il cui utilizzo non implica la combustione, che è ciò che è veramente dannoso”.
Una strada che ha consentito alla Svezia, grazie soprattutto allo snus, di diventare il paese con il più basso numero di fumatori maschi e il più basso tasso di morti e malattie fumo-correlate. E che oggi si può percorrere grazie alle sigarette elettroniche. Lo scienziato loda l’iniziativa del governo britannico di distribuire ai fumatori un milione di e-cigarette gratutite, giudicandola un ottimo modo per stimolare i fumatori a testare il vaping e ricordando che la dipendenza dalle sigarette elettroniche è inferiore a quella delle sigarette tradizionali. È però anche attento al tema minori, sottolineando che “per sfruttare il potenziale delle sigarette elettroniche come strumento di riduzione del danno, è necessario istituire un sistema normativo ragionevole”, che faccia sì che l’uso tra gli adulti sia un vantaggio maggiore per la salute pubblica rispetto all’iniziazione tra i giovani”.
Una strada che consentirà di incamminarsi verso un modo senza fumo e senza le morti e le malattie che esso causa.

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