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Mancini (Anafe): “Fiscalità deve essere in linea con dettami costituzionali”

“È giusto pagare le tasse, ma soprattutto è opportuno pagare le tasse giuste”. Così rispode Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, l’associazione confindustriale dei produttori del vaping , in riferimento all'interrogazione parlamentare presentata in Senato dai senatori Fucksia e Bilardi (FL). “Vanno bene i controlli fiscali – spiega Mancini – senza dimenticare tuttavia che uno dei principali problemi è rappresentato dalle rivendite on line su siti esteri, non solo in termini di evasione ed elusione ma anche per quanto riguarda la sicurezza dei prodotti. È necessario andare per ordine e attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale che dovrà individuare il fondamentale principio di diritto sul quale costruire il nuovo regime fiscale del settore. E’ giusto pagare le tasse, ma soprattutto è opportuno pagare le tasse giuste, in linea con i fondamentali principi garantiti dalla nostra Carta Costituzionale. D’altra parte – ha sottolineato Mancini - sono tutt'ora pendenti ricorsi presso le corti tributarie che non stanno determinando risultati univoci. Anche per questo motivo, è necessario e auspichiamo la definizione di un quadro normativo chiaro e coerente, nella convinzione che il Paese non possa permettersi di affossare un intero settore. Se le aziende italiane dovessero essere costrette a chiudere per il peso insostenibile della pressione fiscale così come determinata dall'attuale sistema di calcolo sub iudice e, solo successivamente, la Corte Costituzionale dovesse pronunciarsi ancora una volta a favore delle posizioni degli operatori del settore, il danno sarebbe infatti ormai irreparabile. Ecco perché – conclude il Presidente di Anafe Confindustria – se davvero si vuol tutelare il mercato della sigaretta elettronica è auspicabile attendere il pronunciamento della Consulta, piuttosto che additare di mancati controlli le autorità competenti, ma soprattutto sarebbe opportuno battersi a livello politico per un nuovo regime fiscale equo e sostenibile”.

Drappello di senatori punta il mirino contro le aziende del vaping

Più controlli da parte della Guardia di Finanza; più controlli da parte di Aams; più controlli verso depositi fiscali e rappresentanti fiscali. Sono le richieste che i senatori Serenella Fucksia (ex Cinquestelle) e  Giovanni Bilardi hanno inoltrato al ministro dell'economia Padoan. I senatori di Idea-Popolo e Libertà (drappello sotto la guida del già ministro Gaetano Quagliariello), non chiedono una rimodulazione della tassazione attualmente in parte sospesa con sentenza costituzionale, ma auspicano che vengano intensificati i controlli per la riscossione. Vogliono sapere, infatti, se il Ministro "intenda prevedere un sistema di controllo delle procedure di riscossione dell'imposta di consumo gravante sulle sigarette elettroniche maggiormente efficace". Richieste che, anziché andare nella direzione della prevenzione e della diffusione di uno strumento di riduzione del rischio - oltretutto entrambi i senatori esercitano la professione medica - vanno invece a reprimere un settore che, dopo un periodo di asfissia normativa, sembra tornato a respirare. E, in aggiunta, chiedono come intenda il ministro "provvedere per fronteggiare la situazione e avviare le proprie valutazioni, anche attraverso verifiche sulla corretta esecuzione della normativa in vigore, in considerazione del fatto che, con il prolungarsi dell'assenza di un adeguato regime di controllo, si rischia di dare luogo al proliferare di gravi atteggiamenti elusivi, nonché distorsivi del mercato, con riferimento agli operatori che invece effettuano il corretto pagamento dell'importo dovuto". Il riferimento è all'applicazione della tassazione sui liquidi con nicotina. In attesa di sentenza della Consulta molte aziende hanno optato per la cosiddetta formula light: in sostanza pagano all'erario una quota proporzionale al contenuto di nicotina e non su tutto il flacone. La ratio è presto detta: la Corte ha stabilito che solo la nicotina può essere oggetto di tassazione, dunque, se un flacone da 10 millilitri contiene 100 milligrammi totali di nicotina (ovvero gradazione al 10%), è corretto pagare il 10 per cento e non l'importo totale che andrebbe invece ad incidere sul rimanente 90 per cento composto da glicole, glicerina, acqua ed aromi. Ma chi avrebbe interesse ad incentivare i controlli fiscali per verificare il pagamento totale dell'imposta? Probabilmente chi sino ad oggi ha auspicato e difeso la tassazione sul singolo flacone a prescindere dal livello di nicotina. E a sostenere questa tesi sono le due Big del tabacco presenti sul mercato italiano con i loro vaporizzatori personali. Esattamente un anno fa di questi tempi, l'intergruppo parlamentare sulla sigaretta elettronica aveva ricevuto una petizione con circa 4mila firma affinché lavorasse sulla separazione normativa tra fumo e vapore. Alla foto di rito hanno fatto seguito le promesse diffuse con ampio risalto: "Entro la fine del 2016 - annunciavano in sede di costituzione - elaboreremo una proposta legislativa che tenga conto delle peculiarità del prodotto disciplinandone gli aspetti fiscali, sanitari e regolamentari". Ma dopo queste ricadute mediatiche, nulla è più accaduto, come nulla è stato prodotto in sede parlamentare. Probabilmente i parlamentari sono stati delusi dalla scarsa partecipazione delle associazioni di settore, o forse pensavano di ottenere ben più ampio riscontro a livello di adesioni. Il risultato è che nell'ultimo anno, periodo clou per il settore dovuto alla riscrittura della tassazione e all'entrata in vigore della Tpd, l'intergruppo parlamentare sulla sigaretta elettronica è scomparso da qualunque tipo di dibattito. Mai come in queste occasioni dovrebbe invece dare un segno di esistenza in vita.

Camera dei Deputati, pubblicato registro dei lobbisti: nessuno del vaping

Dopo oltre due anni di discussione e tira-e-molla regolamentare, è finalmente on line l'elenco dei lobbisti accreditati per entrare alla Camera dei Deputati ed autorizzati a difendere gli interessi dei loro clienti. Un importante segnale di apertura e di trasparenza sulla scia di quanto da sempre accade già in seno all'Unione europea. Scorrendo la lista alla ricerca dei lobbisti impegnati nella salvaguardia e nella tutela degli interessi del vaping e del tabacco, emergono soltanto quattro evidenze, tutte legate alle quattro maggiori multinazionali del tabacco. Imperial Brand è autorizzata a parlare con gli esponenti istituzionali soltanto attraverso Marianna Buonomo e Valerio Forconi, quest'ultimo da poco promosso a responsabile degli interessi aziendali presso l'Unione europea con particolare riguardo verso la nuova tassazione e i prodotti di nuova generazione. Philip Morris invece ha segnalato come referenti Nicola Barbato e Michele Samoggia Zerbetto. Pmi è l'unica azienda che ha evidenziato come l'attività dei suoi lobbisti sia volta alla tutela dei prodotti di nuova generazione e a rischio ridotto. Veronica Pamio e Adriana Valle rappresentano invece gli interessi di Japan Tobacco, multinazionale che al momento ha interessi legati soltanto al tabacco perché i prodotti di nuova generazione non sono ancora distribuiti sul territorio italiano. Una sezione a parte è riservata alle associazioni professionali e di settore. E' qui che si trova la presenza di British American Tobacco che ha preferito appoggiarsi ad una società di consulenza lobbistica esterna. Si tratta di Reti Spa, società fondata da Claudio Velardi, che ha demandato alla Quick Top Srl l'accreditamento di Martina Colasante e Antonio Iannamorelli. Desta stupore la completa assenza dei rappresentanti del fumo elettronico.

Cuboid Pro, 200 watt di tecnologia a colori

yetech lancia la nuova versione della Cuboid e lo fa in grande stile. Anche se della versione precedente mantiene solo il nome, la nuova Cuboid Pro è interamente guidata da un processore elettronico in grado di gestire e personalizzare in tutto e per tutto la svapata del consumatore.

Liquidi “americani”, Tribunale di Genova dispone sequestro probatorio

Il Tribunale di Genova ha disposto il sequestro dei liquidi "2 Puft, Crack Pie, The Racing Donut e Pound It" provenienti dal gruppo Vapour International Doo e Ribilio Doo. Il provvedimento reca la firma del giudice Roberto Braccialini della Nona Sezione Civile in ottemperanza all'articolo 120 e seguenti del Codice civile in materia di privative per marchi e modelli registrati. Per quanto riguarda un altro liquido, il Monster Krisp, il giudice ha disposto il sequestro a fini probatori di sole tre confezioni poiché "il grado di contraffazione rispetto all'omologo Crispi (distribuito da Vaporart, ndr) appare più sfumato". Questa mattina gli ufficiali giudiziari hanno verificato l'eventuale presenza dei liquidi oggetto di sequestro all'interno del deposito Bartolini di Trieste, dove è la logistica del gruppo croato. In particolare, il giudice ha messo nero su bianco la possibilità di utilizzare anche una "diretta Facebook" come elemento probatorio. E' infatti citato un video prodotto da Vincenzo Sparacino, titolare di Ribilio, in cui pare "contenere apprezzabili ammissioni di contraffazione dei prodotti per la ricarica, dopo essere stato il gruppo Ribilio distributore per l'Italia degli stessi prodotti per ricarica". E, sempre il giudice Braccialini, aggiunge: "Il vasto corredo sottoposto di estratti dalla comunicazioni Internet evidenzia la chiara sovrapponibilità dei prodotti coperti da registrazione di marchio, o da domande, con quelli commercializzati dalle parti resistenti. La sovrapponibilità della produzione e diffusione commerciale rileva non solo per la contraffazione dei segni distintivi, ma anche per le contestazioni di concorrenza sleale nelle tre forme considerate dalla fondamentale disposizione dell'art. 2598 c.c. salvo per la denigrazione di cui non si ravvisano al momento sufficienti estremi". Visto il ricorso all'urgenza e "la facilità con cui gli articoli contestati e le relative evidenze contabili, potrebbero essere sottratti all'apprensione esecutiva", il provvedimento è stato "accordato inaudita altera parte", ovvero senza necessità di informazione e comunicazione alle parti oggetto di contestazione. Contattato telefonicamente, Vincenzo Sparacino appare sereno e fiducioso: "Prendo atto di quanto accaduto. Tengo a precisare che un sequestro probatorio serve soltanto a produrre elementi per un eventuale processo che non è detto venga celebrato. Mi dispiace che, non per nostra volontà, possano essere coinvolti dei negozianti che non c'entrano nulla. Ci faremo carico di eventuali rimborsi e assistenza per eventuali problemi che questo provvedimento potrebbe causare ai negozianti".

Sigarette elettroniche, a novembre la prima fiera business-to-business

Sarà l'Ergife Palace Hotel, storica cornice di congressi, concorsi ed esami professionali, ad ospitare sabato 4 e domenica 5 novembre la prima fiera destinata esclusivamente agli operatori del settore del vaping. Vapitaly Pro, spin off della fiera internazionale che ogni anno si svolge a Verona, è stata fortemente voluta dal presidente Mosè Giacomello viste le frequenti richieste da parte degli stakeholders del settore. Negozianti, produttori e distributori avranno due giorni per incontrarsi e discutere vis-à-vis di business e accordi commerciali. "Abbiamo trovato la soluzione ottimale per dare vita ai due giorni di incontri commerciali - spiega il presidente di Vapitaly Mosè Giacomello - L'Ergife è una istituzione nell'ambito delle manifestazioni di stampo nazionale. Saremo ospitati nella sala Leptis Magna che, con i suoi 2mila metri di superficie, rappresenta il fiore all'occhiello della struttura. Vapitaly è l'unica realtà italiana specializzata nell'organizzazione di fiere del vaping. Abbiamo quindi voluto dare fiducia a tutte le richieste ricevute sino ad ora ed assumerci l'onere e l'onore di far nascere Vapitaly Pro".Le iscrizioni per tutti gli operatori di settore che vorranno partecipare all'appuntamento B2B apriranno nel mese di settembre. In quella data saranno rese note anche le modalità di registrazione.

Non soltanto farmacie, Categoria entra anche nei negozi specializzati

Non soltanto farmacie. Dopo otto anni i prodotti Categoria si affacciano anche sul mercato tradizionale dei negozi specializzati. A darne notizia è stato il titolare e fondatore dell'azienda, Fabio Regazzi, in occasione della due giorni di formazione e di incontro con la rete commerciale che si è tenuta nella suggestiva cornice di Parco de' Medici a Roma. "Il nostro obiettivo è dare la possibilità a dodici milioni di fumatori di smettere col tabacco. Il prodotto a sistema chiuso consente un approccio al fumo elettronico molto più soft rispetto i sistemi aperti ed allo stesso tempo è più pratico e pulito". L'offerta ai negozianti sarà proposta dalla rete di distribuzione di Ribilio. E' Vincenzo Sparacino, titolare dell'azienda, a spiegare i motivi dell'accordo. "Siamo la società leader nella distribuzione di prodotti per il vaping. Raggiungere la partnership con Categoria è certamente motivo di soddisfazione e allo stesso tempo va a completare la nostra offerta alla rete dei rivenditori. Fino a ieri, infatti, mancavano proposte a sistema chiuso come le sigarette elettroniche che da sempre caratterizzano il core business di Categoria".  Ma Regazzi aggiunge una seconda importante novità: la produzione e la commercializzazione di una linea di liquidi di ricarica destinati ad accompagnare in un percorso di degustazione i vari momenti della giornata. Una sorta di percorso aromatico dalla colazione al dopocena. "I sette nuovi liquidi Categoria - commenta Regazzi - sono interamente made Italy e rappresentano un'altra importante sfida per l'azienda. Saranno presentati e distribuiti da settembre e vogliono rappresentare sette esperienze sensoriali". All'incontro con gli agenti commerciali di Categoria ha partecipato in qualità di ospite relatore anche il professor Fabio Beatrice. Durante i sessanta minuti di relazione ha spiegato come i messaggi e le informazioni sulla sigaretta elettronica debbano essere utilizzati e veicolati, anche nell'ambito delle istituzioni sanitarie, per diffondere la cultura della riduzione del rischio. "La sigaretta elettronica non è un farmaco. La sigaretta elettronica è uno strumento che consente di alleviare in maniera drastica i danni provocati da dipendenza altamente tossica come quella dal tabacco. In sostanza, è uno strumento a rischio ridotto e come tale dovrebbe essere considerato anche dalle istituzioni sanitarie".