Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Mancini (Anafe): “Il viceministro Casero non si è degnato di ascoltarci”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diramato da Anafe-Confindustria a seguito dell'approvazione dell'emendamento Rotta-Boccadutri in commissione Bilancio della Camere. “L’unica certezza a conclusione della legge di bilancio è che l’Italia è, e continuerà ad essere, il Paese europeo con le tasse più alte sulla sigaretta elettronica. Anzi, l’unico Paese tra le grandi economie europee ad avere, in generale, una tassa sul fumo elettronico, peraltro anche sui prodotti senza nicotina. Il Ministero dell’Economia ha perso una grande occasione per mettere fine ad anni di incertezza, durante i quali l’industria del vaping, un fiore all’occhiello del made in Italy, è stata pressoché distrutta. Di fronte a questo scenario, non possiamo non rilevare la completa assenza dalla discussione del Vice Ministro all’Economia Luigi Casero, che non si è degnato neanche di comprendere cosa realmente stesse accadendo”. E’ quanto dichiara Massimiliano Mancini - presidente di Anafe, l’associazione nazionale produttori fumo elettronico aderente a Confindustria – a seguito della votazione degli emendamenti sul fumo elettronico in Commissione Bilancio della Camera, che aggiunge: “Di fronte all’atteggiamento del Mef, abbiamo per converso registrato una grande disponibilità al dialogo da parte di tutte le forze parlamentari a cui Anafe aveva sottoposto quattro interventi fondamentali per salvare e rilanciare il mercato delle e-cig: la riduzione dell’imposta con parametri equi; la gestione del debito pregresso, determinato da incertezza normativa e mancata traslazione delle imposte sui consumatori; il ripristino delle vendite on line; regole non stringenti per l’autorizzazione dei negozi, attuali e futuri”. “Di questi quattro punti – spiega Mancini – solo uno è stato accolto dal Governo e riguarda i requisiti di vendita per gli esercizi commerciali. E’ una vittoria parziale, ma importante, raggiunta attraverso un confronto serrato di queste settimane durante il quale Anafe ha lavorato a tutela di tutto il settore. Nello specifico, ringraziamo l’attenzione e la sensibilità dimostrata dai deputati del Partito Democratico Boccadutri e Rotta, nonché dal Presidente dell’Intergruppo Parlamentare per la Sigaretta Elettronica, On. Ignazio Abrignani, firmatari dell’emendamento che infine è stato approvato. Grazie anche al segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha sostenuto la necessità di abolire completamente la tassa sui nostri prodotti a rischio ridotto.”. Mancini, tuttavia, sottolinea: “E’ invece rimasta fuori la questione più importante per il mercato: la tassazione, la più alta d’Europa, che a seguito della sentenza della Corte Costituzionale dovrà applicarsi anche ai liquidi senza nicotina”. “Senza risolvere questo problema – avverte il presidente di Anafe - non c’è speranza né per il mercato né per le aziende italiane, né per la salute dei consumatori. Con queste tasse, infatti, le sigarette elettroniche saranno sempre economicamente svantaggiate rispetto alle sigarette tradizionali”. “Ecco perché tutti devono essere consapevoli del fatto che l’industria italiana del vaping è tutt’altro che fuori pericolo. E con questo livello di tassazione i piccoli esercenti corrono comunque il rischio di chiusura”. Di fronte a questo scenario, il presidente di Anafe lancia un appello a tutta la politica: “Non è più rinviabile un impegno a tutela del settore e dei posti di lavoro. In attesa della politica, da parte nostra non ci resta che continuare a fare affidamento sui ricorsi amministrativi e tributari tuttora prendenti e in particolare quello presso il TAR Lazio presso il quale si dovrà riassumere il giudizio a seguito della sentenza della Corte Costituzionale e decidere anche sugli altri vizi di legittimità che abbiamo sollevato”.

Massimiliano Mancini (Anafe): “Al lavoro per salvare il settore”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diramato da anafe Confindustria in seguito alle polemiche nate dall'intervista al presidente Massimiliano Mancini. "Anafe è l’associazione di categoria più rappresentativa del settore delle sigarette elettroniche. Siamo al lavoro per la tutela reale del settore ed è questa la nostra agenda: riduzione delle tasse, gestione del pregresso, lotta all'illegalità, sviluppo delle imprese e dell’indotto commerciale e occupazionale. Sono queste le nostre priorità e non raccogliamo le provocazioni di chi, in queste ore, pare più interessato ad alimentare inutili polemiche interne piuttosto che tutelare le imprese e i lavoratori. E' un atteggiamento che non ci riguarda e che rischia soltanto di indebolire il settore in un momento così decisivo come quello che stiamo vivendo. L'obiettivo di Anafe è salvare il settore e promuovere il suo sviluppo. E' questo il nostro unico interesse ed è per questo obiettivo che stiamo lavorando". Così Massimiliano Mancini, Presidente di Anafe, l'associazione nazionale produttori fumo elettronico aderente a Confindustria.

Terremoto in Anafe-Confindustria, si dimette anche Arcangelo Bove

Forse non è il periodo migliore per sollevare polemiche a suon di comunicati stampa o dibattiti pubblici, ma la discussione all'interno di Anafe in queste ore sta divampando. Dopo l'intervista pubblicata da FanPage al presidente Anafe, Massimiliano Mancini, in cui veniva data una visione del settore conseguente alle ultime decisioni legislative, Massimiliano Federici ha espresso il proprio dissenso, annunciando la mancata reiscrizione all'associazione. E, contestualmente, ha chiesto le dimissioni del presidente Mancini. Ora, anche un secondo socio, nonchè componente del direttivo confindustriale, abbandona l'associazione. Si tratta di Arcangelo Bove che ne ha già dato comunicazione ufficiale. Anafe pare esser travolta da una bufera che potrebbe portare ad un rimescolamento delle posizioni interne.

Bufera in Anafe, Federici lascia: “Con me spero tanti altri”

L'intervista a Massimiliano Mancini, presidente Anafe, pubblicata da FanPage.it non è passata inosservata. Ha suscitato reazioni sia sul fronte dei negozianti che dei gestori di siti web. Massimiliano Federici è il primo ad uscire allo scoperto e getta sul tavolo la sua fuoriuscita da Anafe, suggerendo poi al presidente Mancini di fare un passo indietro e rimettere il mandato. "Sono un associato Anafe e posso affermare che quanto letto nei virgolettati del Presidente Mancini non rispecchia in nessun punto il mio pensiero, nè tantomeno quello che è emerso nell’ultima riunione a cui ho potuto partecipare in Anafe. Pur essendo sue considerazioni personali, mi preoccupa il fatto che un personaggio tanto influente nel settore sia anche mio portavoce davanti alle istituzioni. Se le considerazioni che ho letto corrispondono a quelle che sono state ufficialmente portate avanti nelle sedi istituzionali, non mi sorprendo della situazione in cui versa il settore". Federici entra dunque nel merito frasi riportate dal giornalista e attribuite a Mancini. "Definisco farneticante il passaggio sulla tassa in cui dichiara che la norma lasciava libertà e permetteva di decidere se pagarla in misura parametrata alla nicotina. Se fosse vero dovrebbe spiegarmi perché ci si sta affannando a trattare il debito pregresso generato da quella libertà. In merito ai supposti vantaggi per i circa 2500 negozi specializzati riscontrabile sull’impossibilità di nuove aperture a fronte dell’ingresso in blocco di 70.000 tabaccherie preferisco tacere, poiché è inqualificabile ed in mala fede chi fa un’affermazione del genere. Rimango poi sorpreso dalla mancanza di conoscenza dell’attuale mercato. Sostenere che con gli attuali dispositivi il consumo medio è di 10 ml ogni 3-4 giorni equivale a sentire l’opinione dei funzionari di Aams". "È fuorviante, privo di fondamento, offensivo per chi lavora onestamente con la vendita a distanza - continua Federici - sostenere che i siti online siano la causa dell’ingresso di prodotti senza tassa. Vorrei ricordare al Presidente Mancini che anche alcune multinazionali hanno venduto per mezzo dei loro siti online prodotti dello svapo. Personalmente posso anticipare che la mia azienda per il 2018 non rinnoverà la quota di iscrizione ad Anafe e spero che altrettanto facciano diversi altri associati. Chiedo al Presidente Mancini di specificare, in tutti gli incontri che sta facendo e che farà, che lui rappresenta tutt'al più se stesso e forse qualche azienda del settore che la pensa come lui. Non rappresenta certamente l’intero comparto. Forse dopo queste considerazioni - conclude Federici - potrebbe pensare a delle sensate dimissioni".

Anafe-Confindustria: “Accettiamo il confronto, non accettiamo le ingiurie”

di Redazione Pubblichiamo integralmente il comunicato diramato da Anafe-Confindustria. “Siamo un presidio di legalità e correttezza nel settore del fumo elettronico e - anche alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale in materia fiscale - siamo pronti a confrontarci con le istituzioni per trovare un necessario punto d’equilibrio capace di garantire gettito all’erario e la tutela di un settore che è fonte di sviluppo economico e garanzia occupazionale”. Così Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, l’associazione nazionale produttori fumo elettronico aderente a Confindustria, con riferimento alla pronuncia della Consulta resa nota ieri e all’emendamento approvato in Commissione Bilancio del Senato, dei Senatori Vicari e Sollo, che "prevede la vendita di liquidi con nicotina per il fumo elettronico nelle sole tabaccherie, con contestuale chiusura delle rivendite specializzate". “E’ tuttavia fuorviante e profondamente scorretto - ha aggiunto Mancini - considerare il mercato delle sigarette elettroniche un settore ai confini dell’illegalità. Rappresentiamo lavoratori onesti e aziende sane. D’altra parte è proprio a queste aziende che la Consulta ha già dato ragione nel 2015 dichiarando incostituzionale la super tassa del 58,5% del prezzo di vendita introdotta nel 2013. Ed è stato il TAR Lazio, ritenendone sussistenti i presupposti, a rimettere nuovamente la questione di legittimità costituzionale alla Corte, con conseguente sospensione dei provvedimenti amministrativi sui temi fiscali. In uno Stato di diritto non è accettabile vedersi additare come evasori ai danni dei cittadini per il semplice fatto di aver esercitato i propri diritti e aver adito correttamente la giustizia”. “Nell’accogliere quindi con profondo rispetto la pronuncia della Consulta - ha sottolineato il presidente di Anafe - non possiamo non ricordare come da diverso tempo Anafe abbia sottoposto alle Istituzioni un’ipotesi di riformulazione del regime fiscale che avesse l’obiettivo di evitare l’incertezza normativa e capace di garantire un gettito reale di almeno 30 milioni di euro, evidentemente maggiore rispetto ai 9.5 milioni che l’emendamento al decreto fiscale punterebbe a recuperare, mettendo tuttavia a repentaglio tutta la filiera e rischiando di generare l’esplosione del mercato illegale.  Come ripetutamente chiesto negli ultimi mesi, riteniamo oggi ancora più indispensabile un confronto serio e costruttivo tra Governo, Parlamento e filiera industriale per concordare una nuova cornice regolatoria che consenta alle aziende di poter continuare a operare nel pieno rispetto della legalità”.

Elisabetta Robotti (Anide) scrive a Vicari: “Rilegga le sue parole…”

A causa della mancanza di controlli amministrativi alcune aziende di sigarette elettroniche, tramite comportamenti elusivi ed evasivi hanno fatto sì che lo Stato incassasse molto meno di quanto dovuto", queste sono le Sue parole. Mi spieghi: voi non avete fatto i controlli e noi la paghiamo? Sono la Presidente di una delle Associazioni di categoria; chieda ai dirigenti degli organi preposti ai controlli quante segnalazioni e indicazioni (perchè voi fate le leggi e noi dobbiamo insegnarVi come farle rispettare) abbiamo fatto in questi anni. Un po' come ha fatto Lei con il Suo emendamento (si fa per dire Suo...) continuate a parlare e legiferare su una cosa di cui non conoscete niente! La Corte Costituzionale, nella sua sentenza, porta a supporto delle sue motivazioni gli studi dell'OMS e dell'FDA. Sono andati a prendere i due (dico due) pareri contrari alle ecig. Quante decine (forse ormai centinaia) di studi pro ecig ci sono al mondo? Si ricordi bene, Senatrice, le parole che ha scritto: le legga e le rilegga: "A causa della mancanza di controlli amministrativi..." Ormai poco disposta al dialogo (fiato sprecato) Le porgo i miei saluti.