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Pericolo Oms: alla Cop10 non c’è spazio per la riduzione del danno

L'analisi dei documenti preparatori fatta dal Gsthr fa presagire decisioni pesanti per sigaretta elettronica e prodotti a rischio ridotto.

Una analisi dell’agenda provvisoria e dei documenti pubblici della decima Conferenza delle parti (Cop10) della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Oms rivela la totale assenza della riduzione del danno da tabacco e il suo potenziale nel ridurre le morti e le malattie legate al fumo. Non solo, in tutta la documentazione i prodotti con nicotina a rischio ridotto, fra cui la sigaretta elettronica, vengono presentati solo come una minaccia al controllo del tabacco e non come potenziali strumenti per supportare il passaggio dal fumo e ridurre il consumo di tabacco.
A lanciare l’allarme è il Global State of Tobacco Harm Reduction (Gsthr), progetto dell’istituto Knowledge Action Change, che ha appena pubblicato un documento informativo intitolato “The FCTC COP10 Agenda and supporting documents: implications for the future of tobacco harm reduction” e che va ad aggiungersi alla guida generale all’incontro dello scorso maggio. Le decisioni prese in queste Conferenze delle parti dalle nazioni firmatarie della Convenzione quadro, ricorda il Gsthr, influenzano il modo in cui le politiche di controllo del tabacco vengono implementate a livello nazionale. La loro importanza è quindi fondamentale per tutti i Paesi che hanno aderito, fra cui c’è anche l’Italia.
Ed è quindi preoccupante che ancora una volta non si prenda in considerazione la riduzione del danno da fumo, contraddicendo l’obbligo previsto dalla stessa Convenzione di includerla come uno dei tre pilastri del controllo del tabacco, insieme alla riduzione della domanda e dell’offerta. Anche perché, dopo vent’anni di misure e politiche attuate nell’ambito della Convenzione, nel mondo rimangono ancora più di un miliardo di fumatori. In tutto il mondo sono invece 112 milioni, secondo una stima dello stesso Gsthr, le persone che utilizzano prodotti a base di nicotina più sicuri, inclusi vaporizzatori (e-cigarette), snus, sacchetti di nicotina e prodotti a base di tabacco riscaldato. Paesi come il Regno Unito, la Nuova Zelanda, la Svezia e il Giappone, dove la riduzione del danno è stata adottata come strategia istituzionale oppure è emersa attraverso un passaggio su larga scala guidato dai consumatori verso prodotti più sicuri contro il fumo, hanno assistito a un calo accelerato dei tassi di fumo.
Tutti questi Paesi aderiscono alla Convenzione per il controllo del tabacco, eppure nella documentazione preparatoria della Cop10 non ve ne è traccia. Tutto indica, anzi, che le parti saranno incoraggiate a classificare e regolamentare i vaporizzatori di nicotina, lo snus, i sacchetti di nicotina e i prodotti del tabacco riscaldato allo stesso modo del tabacco combustibile. Misure che impedirebbero o limiterebbero l’accesso ai prodotti a rischio ridotto sia per chi già li usa, e che potrebbe tornare a fumare, sia per i fumatori che potrebbero passarvi e migliorare la loro salute.
Dopo aver osservato per qualche tempo le attività dell’Oms su questo tema, molti non sono sorpresi che i documenti della riunione Cop10 rivelino una direzione di marcia preoccupante”, commenta Gerry Stimson, professore emerito presso l’Imperial College di Londra e direttore del Global State of Tobacco Harm Reduction. “Il rifiuto dell’Oms e del Segretariato della Convenzione quadro di confrontarsi con le prove provenienti da più Paesi che hanno assistito a un calo accelerato dei tassi di fumo è antiscientifico e ingiustificabile – aggiunge – La loro ripetuta caratterizzazione dei prodotti con nicotina più sicuri come una minaccia al controllo del tabacco è direttamente contraria a quelli che dovrebbero essere gli obiettivi generali della Convenzione: ridurre le morti e le malattie legate al fumo nel modo più rapido ed efficace possibile. Le persone che usano questi prodotti sono escluse e non hanno voce in capitolo alla Cop10. Le Parti che hanno adottato e sostenuto con successo l’accesso a questi prodotti come strumenti efficaci per smettere di fumare devono garantire che i loro progressi non siano ostacolati dalle decisioni della Conferenza delle parti e che il potenziale di riduzione del danno da tabacco – conclude Stimson – sia tenuto in debita considerazione da tutte le parti presenti a Panama il mese prossimo.”

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