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Juul, la piccola pod-mod californiana alla conquista dell’Europa

di Barbara Mennitti Juul, la start-up di San Francisco che ha divorato il mercato americano con la sua piccola pod-mod, sbarca in Europa. In particolare nel Regno Unito, sperando di bissare il successo avuto in patria in quello che è il secondo mercato mondiale per le sigarette elettroniche, grazie anche al sostegno delle istituzioni sanitarie. In Gran Bretagna, infatti, si contano circa 2,8 milioni di vaper e 7,4 milioni di fumatori: c’è dunque un ampio margine di clienti potenziali. La storia di Juul, come racconta oggi il Financial Times, è quella di un’azienda fondata nel 2015 e che in poco tempo si è conquistata il mercato interno, coprendo da sola oggi il 70 per cento di tutte le vendite di sigarette elettroniche. Il forte attivo registrato dall’azienda verrà ora utilizzato per espandersi a livello internazionale. Sarà un successo anche al di fuori dei confini americani? In parte lo è già. Perché è fuori di dubbio che l’invasione anche sui mercati europei di nuove pod-mod che abbiamo testimoniato negli ultimi mesi, altro non è che l’onda lunga del modello Juul. Ma esistono delle differenze fra le normative sul vaping europee e americane che potrebbero frenare gli entusiasmi. Gran parte del successo di Juul, infatti, è dovuto al fatto che funziona con pod di liquido ad alto contenuto di nicotina (50mg/ml), che fa sì che questa abbia un effetto molto più veloce rispetto alle comuni ecig. In Europa, però, la Tpd – e tutte le leggi nazionali che l’hanno recepita – vietano concentrazioni così elevate, ponendo il limite a 20 mg/ml. Insomma, il rischio è che una volta sbarcate in Europa, le Juul non siano poi così diverse da tutte le altre pod-mod già presenti sul mercato. Intanto il fondatore James Monsees ha annunciato delle nuove linee di ecig smart da sincronizzare con il telefono dell’utilizzatore (ma anche questa è una caratteristica già utilizzata da modelli cinesi). Basterà per ovviare al tetto sulla concentrazione di nicotina? Staremo a vedere.

In distribuzione il nuovo numero della rivista cartacea Sigmagazine

È in distribuzione il nuovo numero della rivista cartacea Sigmagazine. Il titolo di apertura punta a segnalare l'indifferenza che governa le istituzioni politiche e sanitarie in materia di riduzione del danno. Non si spiegherebbe altrimenti l'increscioso dato che vede il numero dei fumatori in Italia tornati ai livelli di undici anni fa. E, al contempo, diminuiscono gli utilizzatori degli strumenti a rischio ridotto. Campagne di informazione sbagliate nel messaggio, nel target e nel testimonial; aggressione fiscale; imperfezione normative: sono molti i buchi che dovrebbero - e potrebbero - essere riempiti per poter finalmente considerare l'Italia un Paese al passo con i tempi, un Paese in cui la salute del proprio cittadino è considerata in via prioritaria rispetto l'esigenza erariale. L'articolo del professor Riccardo Polosa tende a dare qualche consiglio alle istituzioni sanitarie al fine di non continuare a commettere gl stessi errori in futuro. Ampio spazio poi è riservato alla quarta edizione di Vapitaly, la fiera del vaping che come da tradizione si tiene a Verona nel mese di maggio. Riviviamo i momenti più suggestivi attraverso le immagini e i colori dei tre giorni fieristici. Una intervista d'eccezione con Matteo Viviani, la Iena svapatrice. Da anni impegnato a diffondere la cultura della riduzione del danno, partecipa ormai attivamente a tutte le campagne pro-vaping. Come attivamente sono impegnate in tutta Europa le associazioni dei consumatori: approfondiamone la conoscenza leggendo la prima parte di un lungo saggio che si concluderà nel prossimo numero di settembre. Parliamo anche dell'ultimo libro del professor Fabio Beatrice scritto in collaborazione con la giornalista scientifica Johann Rossi Mason; dei liquidi mentolati, vero must dell'estate; dell'opportunità di non avere fretta a scendere di gradazione con la nicotina, pena la possibilità di insuccesso nello switch. Dopo aver cercato la scalata al wattaggio più alto, il mercato è orientato nuovamente al tiro di guancia: scopriamone i pregi e i difetti, i motivi e le particolarità che, ciclicamente, fanno tornare in auge i drip stretti e le alte resistenze. Non ultimo, potrete trovare tutti coloro che hanno ricevuto i Sigma Italian Awards, il premio consegnato dal nostro giornale alle professionalità che si sono distinte durante l'anno. Come sempre, la rivista potrà anche essere scaricata in Pdf dagli operatori del settore accedendo previa richiesta password.

Sigarette elettroniche, e adesso oscurano anche i forum!

di Stefano Caliciuri E passi l'applicazione soggettiva di una norma che non prevede il divieto di vendita ai minori; e passi l'indifferenza dimostrata verso le parole dell'onorevole Alessia Rotta, firmataria della legge sul vaping, dopo che lei stessa ha spiegato che Aams sta applicando male i dettati legislativi; e passi la lentezza con cui si stanno autorizzando i negozi specializzati in sigarette elettronica; e passi la rallentata pubblicazione dei negozi di vicinato, farmacie e parafarmacie che hanno ottenuto l'autorizzazione; e passi l'indolenza tecnocratica dimostrata ogni qual volta c'è necessità di interpellare gli uffici; e passi una lista soggettiva e incompleta di parole in inglese vietate. Passi tutto questo. Ma arrivare addirittura a inibire forum online, includendoli nella lista dei siti da oscurare pare davvero troppo. Posto che non vendano nulla, il motivo è da ricercarsi nella presunta presenza di richiami che, direttamente o indirettamente, riportano a prodotti del tabacco. E il problema è sempre lo stesso: può chiamarsi prodotto del tabacco una miscela di glicerina e aromi? Probabilmente per la legge - scritta da un legislatore frettoloso e con scarsa dimestichezza con la materia - sì. Ma per il buonsenso e soprattutto per la composizione chimica e organolettica dei liquidi, certamente no. Nella lista dei siti da inibire pubblicati ieri ci sono nomi eccellenti. Si va da Vaporart a Real Farma, passando per Teknosvapo e Svapoweb, continuando da Svapem sino a Svapo.it e Rollingtobacco.it, rispettivamente forum di utenti di sigarette elettroniche e tabacco trinciato. Non è dato sapere il criterio utilizzato per la scelta di questi due e l'assenza di altri forum dedicati al tabacco, molto più conosciuti e frequentati, contenenti pubblicità di tabaccherie e prodotti da fumo. O forse sì, una idea ce la siamo fatta ma per il momento ce la teniamo per noi. L'impressione è che gli uffici dell'Agenzia delle Dogane e Monopolio stiano utilizzando un po' troppo alla cieca le segnalazioni che, forse, gli stessi operatori di settore stanno mandando agli uffici attraverso l'apposito canale nel sito ufficiale. Troppo facile così: il compito dello Stato dovrebbe essere quello di fare controlli, condurre indagini, confrontarsi e, in ultima istanza erogare sanzioni. Cosa che, ricordiamo, non è prevista dalla normativa in essere per i siti che vendono online liquidi senza nicotina. La burocrazia, gli uffici, l'apparato, dovrebbero avere rispetto per il cittadino, il contribuente, il lavoratore, l'utente. Chiunque esso sia. Probabilmente è solo questione di mentalità e di retaggio culturale, difficile da estirpare e combattere. Ma mai dire mai.

Parte petizione europea per “uno svapo senza tassa”

di Stefano Caliciuri Una petizione per chiedere alla commissione europea di non tassare la sigaretta elettronica e i liquidi di ricarica. È l'iniziativa promossa da Anpvu in collaborazione con altre associazioni europee a tutela del vaping. "Per uno svapo senza tassa sul tabacco, facciamo sentire le nostre ragioni all'Unione Europea", questo il titolo della raccolta firme. Redatta in varie lingue, Anpvu ha curato la parte in lingua italiano. "Quando c'è la volontà di fare qualcosa - spiega Carmine Canino, presidente Anpvu - la si fa e anche in fretta. Se un argomento è comune, l'unità si trova senza alcuna polemica o divisione. La tassa unisce tutti noi in un unico e grande "No" europeo". Queste le associazioni che hanno lavorato nella stesura del testo e stanno diffondendo la petizione: Acvoda (Olanda), Aiduce (Francia), Anesvape (Spagna), ANPVU (Italia), Cyprus Vaping Association (Cipro), DADAFO (Denmark), IG-ED (Germania), Initiativ Fräien Damp Lëtzebuerg (Lussemburgo), La vape du Coeur (Francia), NNA Suitsuvaba Eesti (Estonia), NNA Sweden (Svezia), NNA UK (Regno Unito), ÖDC (Austria), Sovape (Francia), UBV-BDB (Belgio), Villanypára Egyesület (Ungheria). "La Commissione Europea - si legge nella petizione - ha avviato una consultazione pubblica sulla tassazione del fumo e dello svapo aperta fino al 3 settembre (1). Le Associazioni di Consumatori di e-cig e le Associazioni che difendono la riduzione dei rischi di fronte ai danni causati dal fumo richiedono una mobilitazione. Lo svapo ha permesso a oltre 7,5 milioni di europei di liberarsi dal fumo e a 9 milioni di persone di ridurre il consumo di sigarette. Non è giustificabile alcuna sovrimposta punitiva che riduca l'accesso e la libertà degli utenti nei confronti di un prodotto di consumo che non è un prodotto a base di tabacco e che riduce in modo significativo i danni alla salute rispetto al tabacco fumato. Il progetto di armonizzazione dovrebbe vietare tutte le accise sullo svapo nell'Unione Europea. Lo svapo non contiene tabacco, né foglie o filtro, e soprattutto non si consuma come una sigaretta. Lo svapo non produce fumo, né monossido di carbonio o catrame. Inoltre, è un prodotto di consumo per il quale gli utenti non devono essere sottoposti a un'ingiustificata imposta punitiva. In definitiva, la tassa anti-svapo protegge il fumo, come dimostrano gli esempi dei paesi che hanno introdotto tale tassa (Italia, Portogallo, Grecia, Ungheria...). La tassazione punitiva infrangerebbe le misure attuate dalla direttiva europea sul tabacco (DET) intesa per proteggere le persone. L'89,88% dei partecipanti ha già respinto un progetto di imposta punitiva contro gli svapatori e la riduzione dei rischi nella precedente consultazione analoga della Commissione europea Taxud nel 2016. Adesso basta! Chiediamo a tutti coloro che si preoccupano per la salute pubblica, per il mantenimento del diritto di accesso agli strumenti di riduzione del rischio, anche per i più svantaggiati, e per il diritto di proteggere la propria salute, di rispondere alla consultazione pubblica della Commissione sulla tassazione dei prodotti di fumo e di svapo disponibile nelle varie lingue. Accompagniamo questo appello con una petizione online per difendere il diritto di accesso allo svapo esente da imposte in tutta Europa". Per firmare la petizione è sufficiente collegarsi a questo link e scrivere il proprio nome.  

Giacomello (Vapitaly): “I risultati di Lorenzin? Aver aumentato i fumatori”

di Stefano Caliciuri Le parole dell'ex ministro Beatrice Lorenzin sull'equiparazione della situazione normativa della cannabis light con quella delle sigarette elettroniche hanno sollevato un gran vespaio soprattutto tra gli operatori del vaping. Mosè Giacomello, presidente di Vapitaly, la più visitata fiera europea della sigaretta elettronica, è intervenuto con una nota ufficiale per smentire quanto sostenuto dall'attuale deputata di minoranza appartenente al gruppo Misto. "Leggiamo con stupore e rammarico - commenta Giacomello - le parole dell’onorevole Lorenzin, ex ministro della Salute, riportate da Sigmagazine a seguito del suo intervento a Radio Cusano Campus. Stupore per il paragone con il mondo della Sigaretta Elettronica e rammarico per quanto è stato fatto (ha fatto) in qualità di ministro durante i cinque anni del suo mandato". L'ex ministro, dal suo punto di vista ha spiegato che "accadde con la sigaretta elettronica. A pochi giorni dal mio insediamento affrontai la questione, con tanti negozi che aprivano senza una regolamentazione e senza sapere i rischi per la salute che si potevano correre". “Senza sapere i rischi per la salute” è il passaggio contestato da Giacomello. "È questo il mantra che ha caratterizzato l’attività del ministro in questi anni. Non sappiamo, non abbiamo sufficienti prove, non siamo sicuri. Mentre la comunità scientifica internazionale ed italiana produceva centinaia di ricerche sull’argomento– in realtà più di mille – non una singola ricerca è stata prodotta o finanziata dal nostro ministero della salute o dagli organismi ad esso legati. Veline dell’OMS e sondaggi dell’ISTAT sono stati gli unici elementi diffusi dal ministero. Alle interrogazioni parlamentari, sollecitate dalle aziende e dai consumatori, l’onorevole Lorenzin non ha mai risposto, preferendo delegare la questione ai sottosegretari del ministero delle Finanze. Sì, perché per lei, la sigaretta elettronica è sempre stata un argomento di pertinenza del MEF – e quindi di tasse – mai un tema di salute pubblica. Ecco che quel “affrontai la questione”, si è immediatamente trasformato in un: “ho lasciato il compito al MEF”. "Sempre durante il suo mandato, l’Europa si è mossa inserendo l’argomento sigaretta elettronica nella revisione della Direttiva sul Tabacco (TPD/2). Tale direttiva è stata recepita nel 2016 con anche la firma del ministro Lorenzin. Le vorremmo però chiedere se l'abbia letta fino in fondo. Se si sia mai resa conto delle opportunità offerte dalla sigaretta elettronica in tema di riduzione del danno da fumo. Se abbia mai valutato le iniziative – ed i risultati – di altri paesi che invece hanno colto tale opportunità. L’unica azione portata avanti dal governo di cui faceva parte è stata un inasprimento delle normative restrittive nei confronti del prodotto ed un accanimento fiscale nei confronti degli operatori del settore. Cosa rimane quindi dei suoi cinque anni come ministro della Salute? La risposta l’ha fornita proprio il suo ministero, attraverso l’Istituto Superiore di Sanità, con i crudi numeri forniti dall’ISTAT: In Italia - conclude Giacomello - in controtendenza rispetto agli altri grandi paesi europei, il numero dei fumatori è aumentato".

GdF, operazione Old Virginia: oscurati 238 siti con server estero

Comunicato stampa della Guardia di Finanza - Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche Operazione del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, unità delle Fiamme Gialle specializzata nelle investigazioni tecnologiche, che, all’esito di una specifica attività di monitoraggio della Rete, ha consentito l’inibizione di 238 siti web coinvolti nella vendita di prodotti da fumo. I siti, ospitati su server esteri presenti in Usa, Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi e Romania, proponevano l’acquisto di tabacco, sigari, sigarette e liquidi da inalazione per sigarette elettroniche. Il contrasto alle nuove forme di vendita e promozione illegale dei prodotti da fumo attraverso i canali del Web è una priorità della Guardia di Finanza che in questo senso ha stipulato un apposito protocollo d’intesa con la Federazione Italiana Tabaccai (F.I.T.), per consentire la ricerca automatizzata di siti Internet illegali. In Italia è vigente il divieto di vendita online di prodotti da fumo, che possono essere commercializzati solo per il tramite delle rivendite autorizzate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e comunque con esclusione dei canali Web. Il carattere di transnazionalità della rete Internet, oltre a consentire la fruizione di servizi di comunicazione a livello globale, offre agli utenti malintenzionati la possibilità di condurre attività illecite, rendendo difficoltosa l’individuazione dei responsabili delle condotte e la riconducibilità territoriale delle stesse. L’esperienza operativa del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche ha consentito di individuare piattaforme Internet che, pur consultabili prevalentemente in lingua inglese, permettevano di effettuare le procedure di registrazione e di ordinazione dei prodotti vietati anche a soggetti residenti in territorio italiano. I potenziali clienti venivano attirati mediante l’indicazione di sconti elevati fino al 30%, prezzi di saldo e persino da discount, con risparmi di notevole importo soprattutto per sigari di marca e di alta qualità. In Italia anche il prezzo di tali generi di monopolio è fissato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e non può essere ribassato per effetto di campagne promozionali. A ciò si aggiunga che i prodotti del tabacco non possono essere oggetto di attività pubblicitaria, che in ogni caso veniva posta in essere dai siti individuati. Infatti le risorse Web costituivano comunque delle vetrine per gli utenti, i quali potevano essere indotti all’acquisto anche a causa della possibilità di fruire di agevolazioni sul prezzo. Tali attività di polizia economico-finanziaria sono state svolte a tutela dei consumatori poiché la distribuzione attraverso canali non ufficiali presenta certamente rischi per l’acquirente, derivanti dal mancato rispetto degli elevati standard qualitativi richiesti per i prodotti da fumo, la cui specificità impone un efficace sistema di controllo. Inoltre spesso vendite effettuate al di fuori dei circuiti garantiti comportano l’elevata possibilità di subire delle truffe online e il conseguente mancato recapito della merce. Sono state riscontrate pertanto condotte illecite in contrasto al sistema che regola il monopolio dei prodotti da fumo, in violazione delle disposizioni previste di recente dal D.Lgs. 6/2016 che vieta la vendita a distanza di prodotti del tabacco e di prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze liquide contenenti o meno nicotina. Inoltre le condotte sul Web erano in contrasto con l’articolo unico della legge 165/1962 e del D. Lgs. 300/2004, i quali vietano la propaganda pubblicitaria di prodotti da fumo e la pubblicità e sponsorizzazione di prodotti del tabacco. I siti Web sono stati oscurati ed inibiti alla commercializzazione ai sensi dell’art. 50-bis, 50-ter e 50-quater della Legge 29 6/2006.