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Sigarette elettroniche, Boccadutri: Mef e Aams non hanno ceduto

Sergio Boccadutri, palermitano, classe ’76, deputato Dem, è stato tra i protagonisti della battaglia parlamentare che ha avuto come oggetto del contendere la nuova regolamentazione della sigaretta elettronica. Fino ad ora non aveva parlato pubblicamente, ha lavorato a livello istituzionale con emendamenti, interventi in aula e in commissione. Sono quattro le priorità su cui, di concerto con Alessia Rotta, hanno lavorato: abrogazione dell’articolo 19-quinquies (ex emendamento Vicari); tassa; debito pregresso delle aziende; regolamentazione shop o line. “Siamo partiti da una situazione assolutamente negativa – spiega amaramente Boccadutri – abbiamo provato ad ottenere cento ma siamo riusciti a portare a casa solo trenta. Chi dice che non abbiamo fatto abbastanza deve anche sapere che l’alternativa sarebbe stata zero”. Nel bilancio degli aspetti positivi, la decadenza della licenza per i negozi. “I negozi adesso non hanno la preoccupazione di attendere per sapere se potranno sopravvivere o meno. Saranno sottoposti a semplice autorizzazione, questo significa che chi vuole aprire una nuova rivendita potrà farlo. In pratica, abbiamo ottenuto che la rete vendita non finisse sotto il totale controllo e gestione di Aams. Così come la rete distributiva: si potrà continuare ad acquistare dove si vorrà attraverso il deposito fiscale e non presso un unico distributore indicato dal monopolio. Secondo me l’autorizzazione è una questione di serietà per combattere quelli che in gergo vengono chiamati ‘cantinari’”. E questo è l’aspetto positivo. Gli online invece sono stati cancellati… Lo so. Purtroppo abbiamo trovato una grande opposizione da parte degli uffici tecnici del Ministero delle finanze e da parte di Aams. Loro hanno questa visione degli online come ricettacolo di evasione e non è stato possibile convincerli del contrario. L’emendamento originale però prevedeva la possibilità di vendere almeno liquidi senza nicotina. Ora invece sono state addirittura vietate le vendite a distanza anche di questi. In pratica è stata decretata la morte dell’online. Ha vinto la volontà dei Monopoli, del Ministero delle finanze, lo ripeto. Per loro online è sinonimo di pericolosità. Quello che non capiscono è che, invece di vietarlo, occorre regolamentare anche l’online per garantire a chi lo voglia di continuare a lavorare nella legalità. Aams ha una visione diametralmente opposta alla nostra. Ma c’è una chiusura totale. Sarà una lotta dura ma occorre azzerare qualsiasi polemica e ripartire da zero, portando avanti una strategia che possa consentire allo Stato di avere strumenti di controllo. L’idea potrebbe essere di “bollinare” i siti controllati e verificati, come accade già adesso per i siti di gioco. Aams ha gli strumenti per controllare i siti, credo che sia opportuno che lo faccia. La cosa più semplice e veloce invece è farli chiudere e vietarli. Ma non può esistere una cosa così, dobbiamo assolutamente fare un passo indietro. E la tassa perché non è stata ridotta? Eppure l’impegno andava in quella direzione. Le aziende sono in ginocchio, sia per la tassa in essere che per i debiti pregressi. Ma, tengo a ricordare, è anche grazie alla “protesta fiscale” delle aziende se questo settore ha potuto sopravvivere fino ad oggi. È legittimo che l'industria sostenga che il liquido senza nicotina non debba essere tassato. Una goccia di nicotina dentro una piscina non può causarne la tassazione. L’interpretazione è più che corretta. Purtroppo è stato l’effetto di una sentenza della Corte costituzionale che, definendo legittima l’imposizione, ha consentito al Mef di non cedere neppure su questo punto. Quello di cui non ci si rende conto è che uno svapatore che si vede costretto a spendere 20 euro al giorno ha solo due scelte: smettere di svapare e tornare al tabacco oppure trovare strade alternative alla rete vendita autorizzata. Credo che la politica non debba e non possa sostituirsi alla scienza, dobbiamo tenere in considerazione che la maggior nocività delle sigarette è la combustione. Secondo me anche lo sconto del 50 per cento porta ad una tassazione troppo elevata. Deve essere necessariamente ridotta, sia per tutelare il consumatore, sia per segnare la differenza con i prodotti combusti. Siamo nella situazione paradossale che in Italia le sigarette costano meno rispetto ad altri Paesi, mentre gli strumenti a rischio ridotto costano molto di più. L’amministrazione finanziaria deve prenderne atto. Ma deve prenderne atto in fretta, se non subito. Tre mesi sono già troppi. A gennaio chiederò di incontrare tutti gli operatori della filiera per trovare un punto di intesa comune e una strategia condivisa. A quel punto si andrà al Mef per mettere sul tavolo la proposta. Bisogna farlo in tempi strettissimi perché il governo è in scadenza. Però bisogna fare qualche cosa per forzare la manovra altrimenti si muore. Molte persone si sono reinventate, si sono create nuova occasione di lavoro. Devono essere i consumatori e il mercato a decidere le sorti di una azienda, non lo Stato. Quindi coinvolgerà le associazioni e le realtà aziendali di settore? Ripeto, a gennaio dovremo andare alle Dogane e al Ministero per riaprire il dialogo, portando una ipotesi comune e condivisa. Per me è diventata una battaglia politica fondamentale basata sulla scienza. Intanto Aams sta chiudendo i siti online. Lo so. Purtroppo è una sua facoltà e la sta mettendo in pratica. Come dicevo, è più facile vietare che regolamentare. Ma come sono andate realmente le cose in Commissione? Di chi è la mano che ha cancellato la parola “transfrontaliera” sull’emendamento siglato dal sottosegretario Baretta? È stata una scelta del Ministero delle finanze su indicazione di Aams. Purtroppo non siamo riusciti ad opporci con adeguata forza politica. Così dicendo, sta sostenendo che un funzionario statale vale più della politica… Purtroppo sì, non ho avuto tempo di capire i gangli che muovevano i fili. Legare una riforma di settore ad un emendamento è semplice ma difficilmente porta ad avere un risultato. Il vero lavoro si fa prima, per arrivare a una proposta condivisa. Io ho cominciato ad occuparmi dell’argomento da un mese, i funzionari di Aams lo fanno da anni. È difficile far capire anche ai miei colleghi che loro stanno sbagliando e io ho ragione. Veda, in legge di stabilità abbiamo toccato 848 argomenti, nessuno di noi può essere competente su tutto. Quando un mio collega chiede un parere al Mef si fida di quello che viene detto. Io ho competenza in materia di antiriciclaggio e su questa materia in molti mi chiedono consiglio. Ora sto cercando di spiegare a tutti perché si è sbagliato sulle sigarette elettroniche. Sto cercando di convincere tutti che quanto approvato in Parlamento non va nella giusta direzione. Devo anche dire che c’è stata nel tempo un’incapacità di costruire percorso di lavoro con industria, gli operatori e tecnici. Che ruolo hanno avuto le multinazionali del tabacco e le lobby di pressione? Le ho schivate. Ovviamente mi hanno cercato ma non me ne sono preoccupato. Ho rapporti, parlo con tutti, ci mancherebbe. Poi però studio il problema, costruisco obiettivi e strategie sulla base della mia coscienza non delle pressioni di qualche agente esterno. Io ho la responsabilità di fare le scelte e a me interessa che questo confronto sia fatto sempre in modo trasparente e con dati veri. Ci faccia una previsione sui tempi. Non faccio mai previsioni, prima occorre concordare una strategia. Facciamo a gennaio una riunione con tutti e da lì nascerà la strategia. ©diritti riservati - Best Edizioni  

Agenzia Dogane e Monopoli oscura i primi siti per vendita di nicotina

In attuazione delle nuove disposizioni governative, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli ha attuato le disposizioni di inibizione dei siti internet non in linea con la normativa. Ovvero, nell'attuale finestra temporale gli shop online non possono proporre e vendere prodotti liquidi contenenti nicotina. A partire dai primi giorni di gennaio, quando cioé la legge di stabilità sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale, diventeranno irregolari anche i liquidi senza nicotina. Come si legge dalla comunicazione dell'Agenzia, tra i primi siti colpiti dal provvedimento c'è anche Svapolibero, tra i più conosciuti nell'ambiente. Una piccola dimenticanza da parte dei titolari (5 liquidi rimasti online sulle quasi 3mila referenze a catalogo) hanno reso possibile il provvedimento di Aams. L'elenco verrà costantemente aggiornato dagli uffici del Monopolio. Il provvedimento di inibizione sarà operativo a decorrere dal 31 gennaio 2018. altsmoke.com e-liquid-eliquidi.com liquidisigaretta-elettronica.com www.cremedevape.com www.ecigg.org www.ecigwizard.com www.empiremods.com www.fumomeglio.it www.ivapour.co.uk www.provarifuel.com www.svapami.it www.svapatore.com www.svapoeliquid.it www.svapofarm.com www.svapolibero.shop www.theecig.com www.want2vape.com

Caso Ribilio-Vaporart, tribunale di Genova emana sentenza

La Nona sezione civile del Tribunale delle imprese di Genova in materia di privative per marchi e modelli registrati ha emesso la sentenza che chiarisce la questione sorta tra Vaporart e Ribilio circa la distribuzione di alcuni liquidi per sigarette elettroniche, i cosiddetti "liquidi americani". Il giudice Braccialini, nell'ordinanza conclusive, scriva: "In accoglimento della riconvenzionale cautelare e in applicazione dell’art. 2598 c.c., DISPONE inibitoria a carico delle parti ricorrenti, nei limiti della giurisdizione nazionale, quanto all’utilizzo dei marchi di cui ai numeri da 22 a 29 del ricorso introduttivo (“THE RAGING DONUT; POUND IT; CRACK PIE; CRISPI RED; CRISPI BLACK; CRISPI VAPE CO; TOO PUFT; TOO PUFT2”) , con conseguente divieto di promozione commerciale, distribuzione e vendita sul territorio nazionale, anche on line, di confezioni di liquidi per ricarica di sigarette elettroniche recanti le denominazioni ed i marchi in questione. Stabilisce la sanzione pecuniaria di euro 15 per ciascuna confezione di prodotto offerta in vendita o ceduta in violazione del presente divieto dopo la sua comunicazione". Tradotto in linguaggio semplice, il giudice ha dato ragione a Ribilio, facendo divieto a Vaporart di promuovere, distribuire e vendere i prodottti "della discordia". Dopo le vicende parlamentari e normative di queste settimana, si chiude oggi - previo ricorso - anche un altro capitolo della "saga sigarette elettroniche". È incredibile come un settore di nicchia, composto da una ventina di grandi aziende i cui titolari si conoscono personalmente, possa essere interessata costantemente da litigi, cause, citazioni, polemiche e "dispetti". La speranza è che con il 2017 si chiudano anche tutte le polemiche attualmente in corso, entrando nel 2018 con spirito di unità e collaborazione reciproca, unica condizione per risultare credibili ed efficaci agli occhi del legislatore, soprattutto alla luce delle riscritture normative che dovranno ancora avvenire.

L’Italia introduce il reato di contrabbando sulla glicerina aromatizzata

Con l'approvazione dell'emendamento di riformulazione del comparto del vaping, il governo ha introdotto il reato di contrabbando anche sulla glicerina, la stessa sostanza che si utilizza per fare il sapone. Si legge, infatti, nel testo emendativo: Le disposizioni di cui agli articoli 291 bis, ter e quater del Decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43, trovano applicazione anche con riferimento ai prodotti di cui ai commi 1 e 1-bis, ad esclusione dei dispositivi meccanici ed elettronici e delle parti di ricambio, secondo il meccanismo di equivalenza di cui al comma 1-bis. Trovano altresì applicazione ai medesimi prodotti di cui al comma 5 e 5-bis le disposizioni di cui all’articolo 96 della Legge 17 luglio 1942, n.907 nonché quelle di cui all’articolo 5 della Legge 18 gennaio 1994, n. 50. Può sembrare un'assurdità, ma è proprio così. I liquidi di ricarica per sigaretta elettronica dovranno sottostare alle stesse regole dei tabacchi lavorati, ovvero potranno oltrepassare la dogana solo se sono destinati ad un deposito fiscale riconosciuto da Amms. Non essendo fatta distinzione tra liquidi con e senza nicotina, il doganiere può bloccare qualunque prodotto presumibilmente destinato al vaping, sia esso già miscelato o meno. Gli aromi, quindi, se entrano sul territorio italiano in quanto tali non sono passibili di nulla. Ma non appena vengono miscelati in un flacone di glicerina, diventano irrimediabilmente considerati prodotti per il vaping. Insomma, lo Stato italiano considera la glicerina aromatizzata come una pericolosa sostanza da ostacolare, la cui filiera deve essere tracciata, la cui vendita deve essere sottoposta a rigide norme monopolistiche e con una tassa abnorme pari a poco meno di 500 euro al litro su un prodotto che vale poco meno di 12 euro. L'obbrobrio normativo è evidente: un flacone di glicerina vegetale può essere utilizzato per mille scopi, anche come componente volatile per i liquidi di ricarica per sigarette elettroniche. Discorso analogo per gli aromi che vedono nella gastronomia e nella pasticceria gli usi più frequenti. Non appena i due prodotti liquidi vengono miscelati in un unico contenitore scatta la ghigliottina liberticida e monopolitica: 500 euro di tassa ogni litro, reato di contrabbando, conservazione sotto chiave in deposito fiscale. Una norma ridicola e risibile, che purtroppo denota l'ignoranza - nel senso semantico del termine - del legislatore. Attenzione quindi ad oltrepassare il confine con una saponetta di sapone: se il sole ne avesse causato lo scioglimento sarete perseguibili per il reato di contrabbando di glicerina liquida miscelata ad aromi.

Sigarette elettroniche, il resoconto del dibattito in Commissione Bilancio

Tanto si sta discutendo del perché e di come sia potuto accadere che la politica abbia voluto soffocare un settore in piena espansione. Senza troppi giri di parole, è bene conoscere cosa è successo in commissione in fase di discussione. E allora non c'è niente di meglio che consultare il resoconto ufficiale della Commissione Bilancio della Camera dei deputati. Si evince che le due deputate più battagliere sono state Adriana Galgano (Civici Innovatori-Energie per l'Italia) e Laura Castelli (M5S) che hanno provato a chiedere ripetutamente l'abrogazione del cosiddetto emendamento Vicari. Si apprende anche che, probabilmente per mettere d'accordo le parti politiche anche differenti, sono stati presentati due testi identici firmati da Rotta-Boccadutri e da Abrignani. Quest'ultimo è il presidente dell'intergruppo parlamentare sulla sigaretta elettronica. Non sorprende che il viceministro all'economia Morando abbia difeso il provvedimento sostenendo che in questo modo si potrà combattere l'evasione fiscale e la vendita illecita dei prodotti del vaping. La notizia è che anche la Lega ha sostenuto e sottoscritto l'emendamento. La domanda irrisolta è chi abbia voluto la cancellazione della parola "transfrontaliera" (come si vede in foto) dal testo, cosa che ha di fatto cancellato l'online dal mercato italiano. Per dovere di informazione, questo il resoconto ufficiale della commissione: Il Viceministro Enrico MORANDO riconosce la incompletezza della soluzione proposta, che lascia irrisolti problemi che, in questo momento, non è possibile affrontare con il necessario approfondimento, ma rileva che, in ogni caso, la riformulazione dell’emendamento permette il superamento delle criticità della normativa vigente, che avrebbero finito per riflettersi negativamente sulla libera iniziativa imprenditoriale di coloro che agiscono nel rispetto della legge. Rimane irrisolto il problema della individuazione delle modalità con le quali fare emergere la base imponibile, ponendo fine alla importante evasione dell’imposta, che ha portato ad incamerare un gettito sensibilmente inferiore a quello che ci si aspettava. Fa presente che buona parte dell’evasione si realizza grazie alla vendita dei prodotti al di fuori dei negozi autorizzati e che, quindi, la riformulazione proposta definisce con certezza il perimetro del circuito di vendita, che non è limitato alle tabaccherie. A suo giudizio, infine, l’abrogazione della normativa vigente, proposta dalla deputata Castelli, non risolverebbe il problema, perché, al contrario, ridurrebbe ulteriormente il gettito proveniente dalla vendita di tali prodotti. Francesco BOCCIA, presidente e relatore, fa presente alla deputata Castelli che il suo emendamento 41-sexies.1, abrogativo della normativa vigente, è stato respinto dalla Commissione nella giornata di ieri. Adriana GALGANO (Misto-CI-EPI) chiede che sia posto in votazione il suo emendamento 2.3, soppressivo della normativa vigente, prima degli emendamenti Abrignani 2.10 e Rotta 10.47. Laura CASTELLI (M5S) osserva che, dato l’accantonamento dell’emendamento Galgano 2.3, il suo emendamento 41-sexies. 1, di contenuto analogo, non avrebbe dovuto essere posto in votazione. Francesco BOCCIA, presidente e relatore, accoglie la richiesta della deputata Galgano di porre in votazione il suo emendamento 2.3 prima degli emendamenti Abrignani 2.10 e Rotta 10.47. Laura CASTELLI (M5S) osserva che l’approvazione degli emendamenti Abrignani 2.10 e Rotta 10.47, come riformulati, comporterà comunque una ulteriore riduzione del gettito fiscale, dal momento che la nuova disciplina costringerà molte aziende a chiudere e alle poche che rimarranno in attività ad evadere la tassazione, fermo restando che non sarà possibile comunque recuperare il gettito relativo agli esercizi finanziari pregressi. Adriana GALGANO (Misto-CI-EPI) osserva che con l’approvazione dell’emendamento Rotta 10.47 si rischierebbe di fare scomparire la base imponibile, analogamente a quanto è avvenuto con l’introduzione della tassazione sui natanti di lusso. Walter RIZZETTO (FDI), Gianluca PINI (LNA), Barbara SALTAMARTINI (LNA) e Guido GUIDESI (LNA) sottoscrivono l’emendamento Rotta 10.47, come riformulato. La Commissione respinge l’emendamento Galgano 2.3. Francesco BOCCIA, presidente e relatore, avverte che porrà in votazione l’identica nuova formulazione, accettata dai proponenti, degli emendamenti Rotta 10.47 e Abrignani 2.10. La Commissione approva gli identici emendamenti Rotta 10.47 e Abrignani 2.10, come riformulati risultando conseguentemente assorbiti gli emendamenti Cristian Iannuzzi 2.13 e Fedriga 10.10.

Sei domande a Simona Vicari contro la propaganda a senso unico

Siamo al rush finale. Quello che è comunemente chiamato "emendamento Vicari" tra oggi e domani potrà essere modificato in sede di Commissione bilancio alla Camera. I vertici del Pd, di concerto col Mef, stanno lavorando per far passare una ipotesi che possa garantire la sopravvivenza dell'intero comparto del fumo elettronico. L'articolo di legge del decreto fiscale derivato dall'emendamento che porta il nome della senatrice alfaniana causerebbe la chiusura totale del mercato interno della sigaretta elettronica, la gestione monopolistica di rete vendita e distributiva, il collasso della produzione di liquidi di ricarica. I motivi sono semplici: il Monopolio chiude a doppia mandata la libertà imprenditoriale, diventa esso stesso imprenditore e negoziante. Non lo diciamo noi, lo dice qualunque manuale di economia politica. In risposta alle accuse che da più parti la senatrice Vicari sta rivolgendo alla stampa e agli attori della filiera, rei a suo dire di diffondere disinformazione e falsità, non resta altro da fare che proporle un incontro pubblico o rinnovare la richiesta di una intervista (non per mail e neppure su whatsapp, però) così da poterci confrontare sullo stesso terreno di gioco e con le stesse regole. Intanto, possiamo anticipare qualche domanda che vorremmo porre alla senatrice Vicari, dopo aver letto le sue ripetute considerazioni. 1) Dice Vicari: "I minorenni saranno tutelati nell’accesso a questi prodotti". Chiediamo noi: lo sono già. Con circolare ministeriale di attuazione della Tpd, il ministro Lorenzin (anche lei di Ap) ha vietato l'acquisto ai minori di sigarette elettroniche e liquidi con nicotina. Cosa cambia rispetto a prima? 2) Dice Vicari: "Tutti i fumatori avranno accesso a prodotti garantiti e non contraffati in una rete ampia e controllata". Chiediamo noi: i prodotti sono già garantiti. Devono infatti essere notificati al Ministero della Salute sei mesi prima della loro immissione in commercio. Vale sia per i prodotti italiani, sia per quelli importati dall'estero. Per di più, questi stessi prodotti possono essere venduti soltanto attraverso Deposito fiscale, quindi sotto controllo Aams. Non crede che l'ingresso in Italia di merci non autorizzate sia colpa dei mancati controlli doganali e, quindi, di inadempienze dello Stato? 3) Dice Vicari: "Gli attuali rivenditori sono garantiti". Chiediamo noi: se per rivenditori intende riferirsi ai tabaccai, sì, siamo d'accordo. Se intende i negozi di sigarette elettroniche si sta sbagliando. Quale libertà imprenditoriale e commerciale avrebbero se dovessero acquistare cosa vuole lo Stato, dove vuole lo Stato e vendere a prezzo imposto dallo Stato? Anche il divieto di nuove aperture va nella direzione di soffocare la libera imprenditorialità. Chi avrebbe convenienza a lavorare bene e con profitto se non può avere prospettive di miglioramento e di allargamento delle proprie attività? 4) Dice Vicari: "I distributori saranno tutti garantiti potendo commercializzare i prodotti attraverso una rete più che capillare costituita da un punto vendita ogni mille abitanti circa". Chiediamo noi: è già così. Per poter distribuire occorre avere il deposito fiscale. Inoltre, già oggi i tabaccai acquistano presso distributori o produttori di ecig. Ma forse è proprio questo il problema? 5) Dice Vicari: "I produttori di liquidi grazie ad un settore finalmente regolato troveranno apertura per una riduzione della tassazione". Chiediamo noi, parafrasando la sua frase: se i produttori accetteranno queste regole forse avranno una riduzione della tassazione. Potremmo forse definirlo "ricatto"? 6) Questa domanda prende invece spunto da quanto scritto da Maria Teresa Meli, tra le firme più autorevoli del giornalismo politico italiano, sull'edizione odierna di Io Donna, supplemento domenicale del Corriere della Sera. Citiamo testualmente: "Nottetempo e senza preavvertire gli alleati del governo, è riuscita a far passare nel decreto fiscale approvato di recente al Senato una modifica che complica la vita a chi fuma le cosiddette ecigs e rischia di gettare sul lastrico chi la vende". Se, dunque, nessuno - ovviamente neanche i rappresentanti della filiera del vaping - era a conoscenza del suo emendamento, con chi si è confrontata in fase di elaborazione e redazione?

Sigarette elettroniche, il governo lavora su nuovo testo di riforma

Rispistino dell'online; riconoscimento dello status di "negozio specializzato in sigarette elettroniche" per le attività con vendita prevalente di liquidi,  hardware e accessori; mantenimento della libertà di approvvigionamento presso i Depositi fiscali; tassa sui liquidi con e senza nicotina di 1,9 euro a flacone da 10 ml. Sono le ipotesi di riformulazione del cosiddetto emendamento Vicari che in queste ore circolano presso il Ministero dell'economia e che il governo dovrebbe far proprie, andando di fatto ad annulare le disposizioni previste nel decreto fiscale. Sebbene la trattativa parlamento-governo-Aams non sia stata semplice - e potrebbe andare avanti ancora per ventiquattr'ore - l'intesa potrebbe raggiungersi grazie all'impegno in prima persona degli onorevoli Rotta e Boccadutri, esponenti di punta del partito di maggioranza relativa. Il testo riformulato su cui si sta ragionando e che dovrebbe esser passato al vaglio della commissione Bilancio su indicazione del governo, prevede la completa riscrittura dell'articolo 19-quinquies del decreto fiscale, l'ex emendamenti Vicari. Il dato di fondo da cui non si può transigere sono le indicazioni della sentenza della Corte Costituzionale: prodotti con e senza nicotina devono cioé essere trattati allo stesso modo, sia sul fronte fiscale che su quello di immissione in commercio attraverso un canale controllato e autorizzato. Se per quanto riguarda la tassazione l'ipotesi rimane di 1,9 euro per 10 ml, cambierebbe totalmente l'approccio per la rete vendita, ovvero i negozi. Non dovrebbero più avere una licenza per poter esercitare ma una semplice autorizzazione. Significa che i negozi potranno far richiesta e Aams dovrà fornirla a tutti i negozi già operativi sino ad emanazione del decreto direttoriale che dovrà avvenire entro il 31 marzo. In sostanza il canale di vendita continuerebbe ad essere di libero accesso. Di contro, al fine di non vedersi revocata l'autorizzazione, i negozi dovranno rispettare due regole puntuali: garantire e soddisfare il divieto di vendita ai minori, anche attraverso strumenti tecnologici (codice fiscale in caso di distributore automatico o soluzione informatiche in caso di siti web), e acquistare i prodotti liquidi da inalazione presso i ditributori autorizzati da Aams, ovvero quelli che hanno il deposito fiscale. Questa disposizione è in linea con quanto già proposto anche dall'onorevole Adriano Galgano. In realtà, né più e né meno quello che accade già oggi. La norma tende, insomma, a tutelare i negozianti già operativi e che rispettano le regole. Chi invece vorrà aprire un negozio specializzato in sigarette elettroniche dopo la pubblicazione del decreto Aams, dovrà rispettare i criteri che verranno stabiliti. Al fine però di garantire la piena legittimità della determina direttoriale (che diversamente sarebbe viziata da eccesso di discrezionalità ed eccesso di potere) la norma Rotta-Boccadutri detta alcuni principi che dovranno essere seguiti nell’adozione della stessa e in particolare: il criterio della prevalenza (serve a escludere che le sigarette elettroniche possano essere vendute da qualunque negozio non specializzato, come ad esempio le edicole o le profumerie); il criterio dell’effettiva capacità di garantire il rispetto del divieto di vendita ai minori; il criterio della non discriminazione tra i canali di approvvigionamento. Secondo i proponenti firmatari, "solo attraverso la vendita di entrambi i prodotti attraverso un canale di vendita libero ma controllato dallo Stato è infatti possibile garantire il maggior gettito (+ 44 milioni complessivi) previsto dall’emendamento". A garanzia della serietà di tutta l’impostazione della nuova disciplina e nel rispetto dei ruoli e delle garanzie tra Pd, Mef e Aams, è stato disposto che le norme che regolano il reato di contrabbando dei tabacchi lavorati possano trovare applicazione anche per la vendita illecita di liquidi da sigarette elettroniche. Per il web il discorso è molto più semplice a rapido: l'ipotesi dovrebbe reintrodurre la possibilità di vendere online, con il solo divieto della vendita transfrontaliera a distanza così come previsto già prima dell'introduzione dell'emendamento Vicari. Viene quindi ripristinata la precedente norma, dando però ai Monopoli il potere di inibire l’accesso ai siti che operino in violazione della legge o delle prescrizioni dell’Agenzia dei monopoli stessa, tra cui la vendita ai minori o di prodotti non conformi alla normativa. Contattata telefonicamente, l'onorevole Alessia Rotta dimostra ottimismo e dà forti segnali di speranza: "Stiamo lavorando per una riformulazione del cosidetto emendamento Vicari che risolva i problemi e garantisca tutti. Noi pensiamo che si possa arrivare alla composizione degli interessi pubblici e privati. Dice lo Stato: "Noi dobbiamo essere certi che le vendite si facciano ai maggiorenni". Le autorizzazioni date a negozi già esistenti e che devono ancora aprire garantiscono gli stessi negozianti e le modalità autorizzative vanno definite. Si stabilisce una tassazione agevolata anche a seguito della sentenza della Corte e stiamo lavorando sull'ipotesi di una transazione sul pregresso delle aziende". Il testo potrebbe essere votato tra la sera di sabato 16 e la mattina di lunedì 18 dicembre.