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Sigarette elettroniche, Salvini: “Abbiamo difeso lavoro e salute”

Quando il 29 novembre scese in piazza accanto alle migliaia di lavoratori che protestavano contro l'assoggettamento del vaping ad Aams, molti la considerarano una mossa populistica. Quando firmò il documento di intenti per il vaping, molti la considerarano una mossa elettorale. Quando disse che nel programma di governo aveva inserito tra le priorità anche la tutela della filiera del vaping, in molti lo presero come un visionario. E invece la Lega ha sottoposto al vaglio della commissione Finanze un emendamento per liberalizzare completamente la filiera e il mercato del vaping. Via da Aams, nessuna tassa, riapertura degli shop online, cessazione dei depositi fiscali. In una parola e tradotto in linguaggio tecnico, abrogazione dell'articolo 62-quater del decreto 504 del 1995. Matteo Salvini è riuscito a fare quello che nessuno sino ad oggi non solo  era riuscito ma neppure aveva provato a fare: ridare dignità a migliaia di persone che nel settore del vaping hanno creduto e hanno investito. Contattato da Sigmagazine, Salvini non esita a dimostrare tutta la soddisfazione per essere riuscito a portare a casa il risultato: "Dalle parole ai fatti, non è stato e non sarà facile ma cercherò di mantenere tutti gli impegni presi con gli italiani. Per quanto riguarda le sigarette elettroniche, l'ho fatto semplicemente per difendere i posti di lavoro e la salute di tante persone". Se anche i governi precedenti avessero creduto nel vaping come strumento di riduzione del danno e della spesa sanitaria, probabilmente il mercato italiano non sarebbe sprofondato così tanto. Ma le premesse ci sono e le capacità degli imprenditori e delle aziende nostrane possono riportare la filiera in auge ai livelli di cinque anni fa.

Sigaretta elettronica e asma, il 95 per cento dei pazienti non ha ricadute

(tratto da Sigmagazine #7 marzo-aprile 2018) “Noi abbiamo l’unico centro di riferimento per l’asma grave in Sardegna e l’osservazione che paradossalmente molti asmatici fossero fumatori, dato peraltro noto a livello internazionale, ci ha fatto riflettere sul fatto che bisognasse in qualche modo convincerli a smettere di fumare”. Così il professore Stefano Del Giacco del centro del Policlinico universitario di Monserrato, una struttura dell’Università di Cagliari, ha deciso di cogliere al volo l’idea di due dottori specializzandi, Alessandro Solinas e Giovanni Paoletti, che per la loro tesi hanno scelto di condurre uno studio che valutasse gli effetti della sigaretta elettronica – o dei vaporizzatori personali, come li chiamano correttamente loro – sui pazienti. Il lavoro, come spesso accade, non ha ricevuto alcun tipo di finanziamento, nonostante possa dare risposte ad un tema fortemente dibattuto a livello scientifico. “Finanziamenti non ce ne sono – conferma Del Giacco – è uno studio completamente spontaneo, reso possibile dall’abilità dei dottorandi ad usare il web e i social network”. Lo studio, infatti, prevede due fasi: un survey online creato ad hoc basandosi su questionari validati a livello internazionale e una fase operativa con osservazione diretta dei pazienti. “Il survey è ancora in corso – spiega Alessandro Solinas – e ad oggi sono circa tremila i pazienti che lo hanno compilato”. Come funziona invece l’osservazione diretta? Per ora sono trentacinque i pazienti che hanno potuto recarsi da noi, sia asmatici che non asmatici. Facciamo delle prove di funzionalità respiratoria, ma anche cardiovascolari. Applichiamo delle metodiche di primo e di secondo livello come la spirometria semplice e la spirometria globale, il transfer del monossido di carbonio, l’esalazione di ossido nitrico, prelievi ematochimici volti a studiare alcuni marker di infiammazione tipici dell’asma e altre prove come il six minute walking test. Ogni vaper, in base al tipo di sottogruppo in cui viene incluso, ha un protocollo che è leggermente differente: gli asmatici fanno delle metodiche che i non asmatici non fanno; gli utilizzatori duali hanno un protocollo leggermente differente. Stiamo esaminando tutti quelli che si possono recare qui da noi. Che tipo di vaporizzatore usano i pazienti che osservate? Circa il 50 per cento dei pazienti che abbiamo osservato utilizza dispositivi di tipo mouth-to-lung, cioè con un tipo di tiro da guancia con configurazioni di resistenze single coil con valori di resistività fra i 0,7 e gli 1,5 Ohm. Il restante 50 per cento è più orientato su uno svapo di tipo polmonare, quindi con dispositivi in genere dual coil con resistenze molto più basse, che vengono portate a wattaggi più elevati. Quanto durerà lo studio? La durata dipende molto dai vari protocolli. Avremo un primo punto osservazionale a metà di quest’anno. Poi il nostro protocollo base dovrebbe prevedere un anno, un anno e mezzo di follow up negli asmatici. Avete già delle conclusioni o delle prime valutazioni? Per ora abbiamo dati preliminari e quelli più forti riguardano i pazienti analizzati attraverso il survey. I dati sono molto confortanti e in linea con la letteratura scientifica e con i lavori che sono stati pubblicati di recente anche dall’equipe del professor Polosa di Catania. Il 98 per cento dei vaper asmatici osservati consiglierebbe a un fumatore asmatico di passare al vaporizzatore personale. Circa il 95 per cento dice di non aver mai avuto riacutizzazioni da quando ha iniziato a svapare e smesso di fumare. Sono numeri davvero molto positivi. Cosa ci dice, invece, degli utilizzatori duali? I dati su di loro ci mostrano che il fumo comunque peggiora la sintomatologia asmatica. Come già noto, il fumo è agente irritante e con una influenza negativa sulla storia naturale dell’asma. E i pazienti non asmatici? Per questi abbiamo soltanto dati preliminari sulla loro percezione di benessere, raccolti attraverso il survey. Il 98 per cento dichiara un miglioramento della propria qualità di vita. Gli altri dati sono ancora troppo acerbi per poter estrapolare delle conclusioni che abbiano un valore scientifico attuale. Dunque i fumatori dovrebbero passare al vaping? La nostra posizione è che il vaping debba rappresentare un periodo di transizione per smettere di fumare. Se il fumatore non riesce a smettere cessando semplicemente di acquistare prodotti del tabacco, il nostro consiglio è di passare attraverso il vaporizzatore personale con una gradazione di nicotina proporzionale e con una procedura a scalare fino a raggiungere livelli negativi di nicotina, quindi assenza di nicotina, quindi liberarsi della dipendenza e quindi procedere a smettere anche di svapare. Ma è una posizione ideologica o avete riscontrato dei rischi connessi al vaping? Attualmente la letteratura scientifica sulla materia è molto giovane e gli studi a lungo termine sono in fase iniziale. In assoluto, però, l’uso del vaporizzatore personale non sembra mostrare rischi per la salute e numerosi studi dimostrano che il vapore prodotto dai vaporizzatori non presenta le sostanze tossiche che ci sono nelle sigarette, se non la nicotina e, in condizioni particolari - ad esempio un uso non appropriato o durante i cosiddetti “dry burn”, o “steccate” - alcuni altri agenti tossici come formaldeide e composti aromatici. Insomma, in condizioni di uso normale e corretto non sono state rilevate le sostanze tossiche che invece sono presenti nel fumo di sigaretta e questo per un fumatore dovrebbe già essere sufficientemente positivo per spingerlo a smettere di fumare e attraversare questa fase di svapo. Noi, poi, abbiamo osservato direttamente che i pazienti, soprattutto gli asmatici, mostrano segni di miglioramento legati verosimilmente alla mancanza del fumo come agente negativo sulla loro patologia. Ed è ovviamente un beneficio che noi teniamo presente. Ma dire che il vaping non abbia nessun rischio anche fra vent’anni non ci è permesso, perché servono studi a lungo termine per poterne delineare il profilo di sicurezza totale. Professor Del Giacco, vuole commentare le misure politiche e fiscali che di fatto rendono la fruizione dell’ecig più difficile? L’uso del vaporizzatore è presente in varie linee guida nei percorsi di abbandono al fumo di sigaretta di tabacco, quindi certamente penalizzarlo in questi termini è una scelta un po’ avventata, senza una valutazione in termini di salute. Ma credo che sia solo una questione di tempo prima di avere dei report chiari e delle posizioni nette da parte della società scientifica. Intanto però i fumatori continuano a morire. Quello che posso dire è il nostro centro propone il vaporizzatore come mezzo per portare il fumatore, sia asmatico che non asmatico, all’interruzione del fumo.

Cesati, l’uomo che ama tutto ciò che “abita in via d’estinzione”

"Un uomo che ama tutto ciò che abita in via d'estinzione". Con questa brillante definizione Dario Brunori presenta Gianluca Cesati, designer 53enne, protagonista della prima puntata di Brunori Sa che andrà in onda stasera su Rai 3 a partire dalle ore 23,10. Si parlerà di vaping, di artigianato, di collezionismo, ma anche di salute e di benessere e delle loro trasformazioni col mutare dei tempi. I "tubi" disegnati da Gianluca Cesati sono ormai considerati una eccellenza del Made in Italy. Pezzi unici richiesti in tutto il mondo a riprova che l'artigianato e il buon gusto italiano esercitano fascino anche nell'ambito del fumo elettronico. Gianluca Cesati ha una vera e propria forma di adorazione e ammirazione nei confronti degli indiani d'America, i pellerossa. Tanto che tutte le sue creazioni sono legate da un filo conduttore che ripercorre la storia dei nativi americani: dal Tomahawk, l'ascia di guerra, al Totem, simbolo di un'entità soprannaturale di riferimento identitario, sino al Gani, il proiettile del cow-boy. "Con i miei tubi – spiega Cesati – voglio raccontare una storia. Le parole non sono scelte a caso ma si legano come nella sequenza di un film. Ora gli indiani stanno percependo il pericolo che arriva da lontano, sono stesi a terra e sentono vibrare il terreno". Cosa nasconde il futuro? Una mandria di bisonti o una carica di cavalleria? La risposta potrà darla soltanto la prossima creazione di Cesati, che per il momento non si lascia andare ad anticipazioni. Le riprese che andranno in onda questa sera sono state girate ad ottobre. La troupe ha seguito Cesati in tutte le fasi della realizzazione del tubo per il vaping: dal disegno, alla tornitura, alla lucidatura. "Durante il programma - commenta Cesati - non parleremo dei risvolti scientifici della sigaretta elettronica o delle vicende normative. Il punto d'osservazione è un altro, è quello dell'ideatore, dell'artigiano che produce qualcosa destinato ad aver successo. L'eccellenza manifatturiera italiana in questo caso si interseca anche con il benessere, perché le persone che scelgono un tubo da collezione lo fanno non solo per la funzione ma anche, se non soprattutto, per l'estetica e la qualità dei materiali". Oltre ai tubi, Cesati ha anche ideato una serie di accessori collaterali griffati Vaper's Mood. "È il mio concetto di marchio - commenta -  il mio concetto di brand di alta qualità. Sono designer industriale, lavoro per aziende di alta moda, è una cosa che mi piace e mi appassiona. Non tutti possono aspirare a possedere una Ferrari ma in molti acquistano l'orologio o la cravatta con il cavallino rampante. Anche per me vale lo stesso ragionamento. Non è detto che tutti possano o vogliano acquistare un tubo ma magari vogliono e comprano la maglietta o il cappello o l'accessorio di design per la cucina brandizzato Vaper's Mood. Secondo me anche questo è sinonimo di qualità e garanzia aziendale, fornire cioé una seria di possibilità e accessori originali legati al marchio". La passione di Cesati per il vaping è scoppiata nel 2016: "Mentre disegnavo una cucina ho visto un tubo e l'ho riprodotto in 3d. Ho scattato una foto e l'ho pubblicata sui social. In 24 ore oltre 4mila persone hanno apprezzato lo scatto e mi hanno convinto a produrre il primo tubo. Il mio pubblico mi apprezza per cosa sono e come mi comporto. Non tutti sono clienti che acquistano nei negozi selezionati o dal distributore Vapeitalia; molti sono stranieri che mi seguono a distanza e si avvicinano alle fiere per incontrami. L'acquisto per loro non è fondamentale, magari hanno già comprato un tubo o lo faranno in futuro, ma la cosa che mi dà soddisfazione è che vogliono conoscere me, a prescindere dalle mie creazioni. Siamo ormai diventati una grande famiglia, ci incontriamo e ci vediamo praticamente in tutto il mondo. Dietro ogni tubo c'è uno stile di vita, ci sono oggetti da collezione ma anche di design e di bellezza". Sono questi i concetti che saranno approfonditi con Brunori nel corso del programma. Per capire cosa c'entra una creazione artigianale con il benessere e la salute ci affidiamo alle parole degli autori Lorenzo Scoles, Federico Bernocchi e Marco Pisoni che hanno affiancato Brunori nella stesura dei copioni e delle scalette della trasmissione. Citando Baumann e la sua "Società liquida", restringono il campo al solo mondo del tabacco: inseguendo il benessere anche le sigarette sono diventate liquide. "Svapare è come bere un buon vino; svapare con un oggetto artigianale è come assaggiarlo in decanter".

Castaldi (M5S): “Da dementi aver messo balzello su sigarette elettroniche”

Nella scorsa legislatura presentò interrogazioni contro la scelta del governo di equiparare l'imposizione fiscale della sigaretta elettronica a quella dei riscaldatori di tabacco, suggerendo di alzarla per questi ultimi. Ed ora, all'alba della rielezione al Senato, vuol caratterizzare la sua azione anche per sostenere la sigaretta elettronica. Gianluca Castaldi, senatore del Movimento Cinquestelle, anche in virtù della forza parlamentare del suo gruppo, è intenzionato a far valere la forza della ragione a discapito delle pressioni d'interesse. "Sostenere la sigaretta elettronica - spiega Castaldi contattato da Sigmagazine - è un giovamento non solamente per la salute dei cittadini ma anche un sostegno all'economia del Paese. Il comparto del vaping dà lavoro a decine di migliaia di famiglie e interesse migliaia di piccole e medie imprese. Favorirne lo sviluppo è importante. Se Mattarella, come credo, ci affiderà l'incarico di governo, affronteremo con serietà la questione sull'imposizione fiscale dei liquidi di ricarica per sigarette elettroniche. Al più tardi, quindi, stiamo parlando di novembre 2018, cioé in fase di legge di bilancio. So che otto mesi sono tanti ma occorre tenere duro. Se non prima, al massimo a novembre questo balzello da dementi non esisterà più".

Sigarette elettroniche, Boccadutri: Mef e Aams non hanno ceduto

Sergio Boccadutri, palermitano, classe ’76, deputato Dem, è stato tra i protagonisti della battaglia parlamentare che ha avuto come oggetto del contendere la nuova regolamentazione della sigaretta elettronica. Fino ad ora non aveva parlato pubblicamente, ha lavorato a livello istituzionale con emendamenti, interventi in aula e in commissione. Sono quattro le priorità su cui, di concerto con Alessia Rotta, hanno lavorato: abrogazione dell’articolo 19-quinquies (ex emendamento Vicari); tassa; debito pregresso delle aziende; regolamentazione shop o line. “Siamo partiti da una situazione assolutamente negativa – spiega amaramente Boccadutri – abbiamo provato ad ottenere cento ma siamo riusciti a portare a casa solo trenta. Chi dice che non abbiamo fatto abbastanza deve anche sapere che l’alternativa sarebbe stata zero”. Nel bilancio degli aspetti positivi, la decadenza della licenza per i negozi. “I negozi adesso non hanno la preoccupazione di attendere per sapere se potranno sopravvivere o meno. Saranno sottoposti a semplice autorizzazione, questo significa che chi vuole aprire una nuova rivendita potrà farlo. In pratica, abbiamo ottenuto che la rete vendita non finisse sotto il totale controllo e gestione di Aams. Così come la rete distributiva: si potrà continuare ad acquistare dove si vorrà attraverso il deposito fiscale e non presso un unico distributore indicato dal monopolio. Secondo me l’autorizzazione è una questione di serietà per combattere quelli che in gergo vengono chiamati ‘cantinari’”. E questo è l’aspetto positivo. Gli online invece sono stati cancellati… Lo so. Purtroppo abbiamo trovato una grande opposizione da parte degli uffici tecnici del Ministero delle finanze e da parte di Aams. Loro hanno questa visione degli online come ricettacolo di evasione e non è stato possibile convincerli del contrario. L’emendamento originale però prevedeva la possibilità di vendere almeno liquidi senza nicotina. Ora invece sono state addirittura vietate le vendite a distanza anche di questi. In pratica è stata decretata la morte dell’online. Ha vinto la volontà dei Monopoli, del Ministero delle finanze, lo ripeto. Per loro online è sinonimo di pericolosità. Quello che non capiscono è che, invece di vietarlo, occorre regolamentare anche l’online per garantire a chi lo voglia di continuare a lavorare nella legalità. Aams ha una visione diametralmente opposta alla nostra. Ma c’è una chiusura totale. Sarà una lotta dura ma occorre azzerare qualsiasi polemica e ripartire da zero, portando avanti una strategia che possa consentire allo Stato di avere strumenti di controllo. L’idea potrebbe essere di “bollinare” i siti controllati e verificati, come accade già adesso per i siti di gioco. Aams ha gli strumenti per controllare i siti, credo che sia opportuno che lo faccia. La cosa più semplice e veloce invece è farli chiudere e vietarli. Ma non può esistere una cosa così, dobbiamo assolutamente fare un passo indietro. E la tassa perché non è stata ridotta? Eppure l’impegno andava in quella direzione. Le aziende sono in ginocchio, sia per la tassa in essere che per i debiti pregressi. Ma, tengo a ricordare, è anche grazie alla “protesta fiscale” delle aziende se questo settore ha potuto sopravvivere fino ad oggi. È legittimo che l'industria sostenga che il liquido senza nicotina non debba essere tassato. Una goccia di nicotina dentro una piscina non può causarne la tassazione. L’interpretazione è più che corretta. Purtroppo è stato l’effetto di una sentenza della Corte costituzionale che, definendo legittima l’imposizione, ha consentito al Mef di non cedere neppure su questo punto. Quello di cui non ci si rende conto è che uno svapatore che si vede costretto a spendere 20 euro al giorno ha solo due scelte: smettere di svapare e tornare al tabacco oppure trovare strade alternative alla rete vendita autorizzata. Credo che la politica non debba e non possa sostituirsi alla scienza, dobbiamo tenere in considerazione che la maggior nocività delle sigarette è la combustione. Secondo me anche lo sconto del 50 per cento porta ad una tassazione troppo elevata. Deve essere necessariamente ridotta, sia per tutelare il consumatore, sia per segnare la differenza con i prodotti combusti. Siamo nella situazione paradossale che in Italia le sigarette costano meno rispetto ad altri Paesi, mentre gli strumenti a rischio ridotto costano molto di più. L’amministrazione finanziaria deve prenderne atto. Ma deve prenderne atto in fretta, se non subito. Tre mesi sono già troppi. A gennaio chiederò di incontrare tutti gli operatori della filiera per trovare un punto di intesa comune e una strategia condivisa. A quel punto si andrà al Mef per mettere sul tavolo la proposta. Bisogna farlo in tempi strettissimi perché il governo è in scadenza. Però bisogna fare qualche cosa per forzare la manovra altrimenti si muore. Molte persone si sono reinventate, si sono create nuova occasione di lavoro. Devono essere i consumatori e il mercato a decidere le sorti di una azienda, non lo Stato. Quindi coinvolgerà le associazioni e le realtà aziendali di settore? Ripeto, a gennaio dovremo andare alle Dogane e al Ministero per riaprire il dialogo, portando una ipotesi comune e condivisa. Per me è diventata una battaglia politica fondamentale basata sulla scienza. Intanto Aams sta chiudendo i siti online. Lo so. Purtroppo è una sua facoltà e la sta mettendo in pratica. Come dicevo, è più facile vietare che regolamentare. Ma come sono andate realmente le cose in Commissione? Di chi è la mano che ha cancellato la parola “transfrontaliera” sull’emendamento siglato dal sottosegretario Baretta? È stata una scelta del Ministero delle finanze su indicazione di Aams. Purtroppo non siamo riusciti ad opporci con adeguata forza politica. Così dicendo, sta sostenendo che un funzionario statale vale più della politica… Purtroppo sì, non ho avuto tempo di capire i gangli che muovevano i fili. Legare una riforma di settore ad un emendamento è semplice ma difficilmente porta ad avere un risultato. Il vero lavoro si fa prima, per arrivare a una proposta condivisa. Io ho cominciato ad occuparmi dell’argomento da un mese, i funzionari di Aams lo fanno da anni. È difficile far capire anche ai miei colleghi che loro stanno sbagliando e io ho ragione. Veda, in legge di stabilità abbiamo toccato 848 argomenti, nessuno di noi può essere competente su tutto. Quando un mio collega chiede un parere al Mef si fida di quello che viene detto. Io ho competenza in materia di antiriciclaggio e su questa materia in molti mi chiedono consiglio. Ora sto cercando di spiegare a tutti perché si è sbagliato sulle sigarette elettroniche. Sto cercando di convincere tutti che quanto approvato in Parlamento non va nella giusta direzione. Devo anche dire che c’è stata nel tempo un’incapacità di costruire percorso di lavoro con industria, gli operatori e tecnici. Che ruolo hanno avuto le multinazionali del tabacco e le lobby di pressione? Le ho schivate. Ovviamente mi hanno cercato ma non me ne sono preoccupato. Ho rapporti, parlo con tutti, ci mancherebbe. Poi però studio il problema, costruisco obiettivi e strategie sulla base della mia coscienza non delle pressioni di qualche agente esterno. Io ho la responsabilità di fare le scelte e a me interessa che questo confronto sia fatto sempre in modo trasparente e con dati veri. Ci faccia una previsione sui tempi. Non faccio mai previsioni, prima occorre concordare una strategia. Facciamo a gennaio una riunione con tutti e da lì nascerà la strategia. ©diritti riservati - Best Edizioni  

Alessia Rotta: laureata con Umberto Eco, in piazza per il vaping

Alessia Rotta, 42 anni, giornalista, laureata con Umberto Eco in scienze della Comunicazione, è la deputata che in questi giorni sta cercando di risollevare le sorti del vaping. Che sia di Verona, poi, non è un caso: la città di Romeo e Giulietta è anche sede di Vapitaly, Fiera internazionale del vaping che ormai da tre anni richiama decine di migliaia di visitatori. Dato territoriale a parte, in coerenza con i propri valori politici, con la presentazione dell'emendamento che porta il suo nome come prima firmataria, Rotta ha voluto "difendere i più deboli, i più piccoli, tutte le persone e i lavoratori che hanno investito i loro risparmi in una attività di salvaguardia della salute e di riduzione del danno". In occasione della manifestazione nazionale del 29 novembre, guardando negli occhi le centinaia di persone, Rotta ha fatto proprio il problema. Lo ha portato all'attenzione del suo partito, ne è nata una discussione da cui è scaturito il testo dell'emendamento. Testo che riesce a metter d'accordo tutti gli attori della filiera, comprese le multinazionali e le istituzioni. "Come promesso, abbiamo presentato un emendamento composito che va incontro alle richieste dei tanti attori coinvolti nel sistema sigarette elettroniche. Lavoratori, produttori, distributori ma soprattutto penso ai piccoli, ai negozianti sia su strada che online,  che sono quelli da difendere maggiormente". In prima istanza ha proposto l'abrogazione dell'articolo 19 quinquies, l'ex emendamento Vicari. "Sappiamo che è una strada in salita. Però dobbiamo intervenire per ridare un futuro a tutte quelle persone che a gennaio rischiano di non poter riaprire o riprendere l'attività. Per far questo siamo dovuti anche intervenire sulla tassazione lavorando nelle more della sentenza della Corte costituzionale. Proponiamo dunque di rivedere la scontistica derivante dall'equivalenza portandola al 25 per cento su tutti i liquidi con o senza nicotina. La discriminante scelta non riguarda la quantità di nicotina ma la differenza tra combusto e non combusto. Lo ripeto, il mio più grande impegno è tutelare le persone che lavorano ma la cui storia è relativamente recente. In piazza, durante la manifestazione, ho visto i volti di persone che, dopo aver perso un lavoro, hanno avuto la forza e la lungimiranza di reinvestire i loro risparmi nell'impresa della sigaretta elettronica. Lottare per loro risponde ai miei principi: rispettare il lavoro, rispettare le persone, rispettare le regole". Un bel segnale di distensione ma anche di apertura del dibattito e del confronto. "Occorre ragionare con metodo. Devo essere sincera: c'è stato grande dibattito anche al nostro interno. Ma noi ci atteniamo alla riduzione del danno e dopo dieci anni non si può strozzare un mercato che va nella direzione di tutelare la salute e ridurre i rischi. Il mio suggerimento è di evitare la dispersione delle forze e di aprire invece la discussione. La filiera non è disonesta, non evade: chiede soltanto di avere tasse eque e giuste per poterne sopportare la pressione, avere la possibilità di fare impresa e lavorare serenamente". Lunedì 11 entro mezzogiorno ci sarà la dichiarazione di ammissibilità degli emendamenti. Se tutto andrà bene - come auspicabile - l'emendamento sarà votato a partire già da martedì 12. Quante possibilità ci sono che l'emendamento Rotta-Boccadutri mercoledì possa chiamarsi Riforma Rotta-Boccadutri? "Chiamarlo riforma sarebbe esagerato. Però contiamo di avere delle buone ragioni per sostenerlo e portarlo avanti. E soprattutto contiamo di poter far valere le ragioni del settore". Riproduzione riservata © Best Edizioni